Crisi governo, cosa succede oggi: le dimissioni di Draghi, le mosse di Mattarella

L'agenda di oggi e le ripercussioni, i commenti dei partner occidentali e delle istituzioni europee

Un rapido passaggio alla Camera, per comunicare ai deputati la volontà di dimettersi. Poi Mario Draghi avrebbe dovuto riunire il Consiglio dei ministri, per annunciarlo ai membri dell'esecutivo, come da prassi. Ma avendo già presentato le  dimissioni in Cdm la scorsa settimana, niente riunione: formalmente la sua decisione era stata già comunicata ai ministri. Infine la salita al Colle per rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica si è preso qualche ora per riflettere, poi, nel pomeriggio, l'incontro con i presidenti delle Camere che, come prevede la Costituzione, devono essere ascoltati prima di poter sciogliere le Camere. Casellati (attesa alle 16.30) e Fico (atteso alle 17).

A quel punto il Capo dello Stato avràtutti gli elementi necessari a compiere la sua scelta, che tutti prevedono sia lo scioglimento del Parlamento per un voto in autunno. La data è decisa dal governo, ma in base al calendario quella più probabile è il 2 ottobre: devono infatti pasare tra i 60 e i 70 giorni dal giorno dello scioglimento e il 25 settembre si celebra una festa ebraica, mentre solitamente si evita la coincidenza con festività religiose. Un ultimo tentativo, con la consapevolezza che il quadro politico fosse ormai lacerato Mattarella l'ha fatto,  per evitare la fine traumatica della legislatura ed anche di un governo Draghi, da lui voluto per guidare il Paese tra Covid e guerra, oltre che per gestire il difficilissimo percorso della messa a terra del Pnrr.

Aveva rifiutato le dimissioni del premier. E non è stato facile neanche per il capo dello Stato convincere l'ex Governatore della Bce a riflettere, meditare, provarci ancora. Non è bastato. Mattarella è stato costretto a prendere il telefono per un ultimo chiarimento con i leader delle forze politiche in colloqui che, viene riferito, si sono sviluppati a metà tra un'esplorazione delle residue possibilità in campo e una preparazione del dopo Draghi. Perchè il Quirinale era pronto da tempo all'evento traumatico. Intanto la crisi di governo in Italia e l'addio che si profila di Mario Draghi sono in cima alle preoccupazioni dei partner occidentali e delle istituzioni europee in questo momento così complicato, tra la guerra in Ucraina, l'emergenza energia e l'impennata dell'inflazione.

"Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta", sottolinea Paolo Gentiloni in durissimo tweet, aggiungendo che "ora è tempo di voler bene all'Italia". "Ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese", è l'unico messaggio di ottimismo del commissario Ue all' Economia. Sempre da Bruxelles il Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo punta il dito contro i "populisti, assieme al partito popolare, che sono i responsabili della crisi", scrive la presidente Iratxe Garcia Perez. La Commissione ufficialmente non commenta, ma rimanda agli stretti legami tra Draghi e Von der Leyen che aveva sottolineato non più tardi di qualche giorno fa. Anche dagli Stati Uniti, pur senza volere commentare le questioni di politica interna, nel «rispetto" delle decisioni italiane, la Casa Bianca fa sapere che "la partnership con l'Italia è forte e continueremo a collaborare a stretto contatto su una serie di questioni prioritarie, tra le quali il sostegno all'Ucraina contro l'aggressione della Russia".

Ma non è un mistero che anche a Washington ci sia ansia per quanto sta accadendo a Roma. Joe Biden, già durante il primo strappo di M5s, aveva sottolineato di nutrire "grande rispetto e considerazione nei confronti di Draghi". Più diretti sono i media internazionali, nelle cui analisi traspare soprattutto la sensazione che l'Italia stia per compiere un salto nel vuoto silurando un leader forte e apprezzato da tutte le cancellerie alleate. La Bbc rileva come "la terza  economia più grande dell'Ue ora sembri destinata a elezioni anticipate", con l'effetto di "ritardare le tanto necessarie riforme, così come l'approvazione del bilancio del prossimo anno". L'emittente britannica ricorda se ce ne fosse bisogno che l'Italia "è il principale destinatario di sovvenzioni e prestiti del Recovery Fund, e la prossima parte di aiuti dipenderà da una serie di riforme".

Secondo Le Monde, "qualunque sia l'esito di questa telenovela politica italiana, l'agenzia di rating Fitch ritiene che sia sintomo di una grande incertezza politica, anche se si evitassero le elezioni anticipate, rendendo ancora più difficili le riforme strutturali e fiscali». Mentre nei mercati la possibilità che Draghi vada via «ha riacceso i timori di un'impennata dello spread, che potrebbe rivelarsi esplosiva per l'eurozona". Dagli Usa il Washington Post rileva che quanto è accaduto a Roma "ha posto fine a un periodo di relativa unità politica e destabilizza la terza economia più grande dell'Unione Europea, di cui Draghi era ampiamente considerato un garante, così come della reputazione internazionale del  governo. Ma i partiti politici, uno dopo l'altro, oggi hanno deciso che l'Italia sarebbe stata meglio con qualcos'altro".