Pavia: era cresciuta fino a sfidare Google. Da luglio non paga più gli stipendi

Arriverà in Consiglio comunale la crisi della pavese FacilityLive. In attesa ci sono 40 lavoratori

Gianpiero Lotito e Mariuccia Teroni hanno fondato l’azienda nel 2010

Gianpiero Lotito e Mariuccia Teroni hanno fondato l’azienda nel 2010

Pavia - Arriverà in Consiglio comunale la crisi aziendale di FacilityLive, l’azienda innovativa nata nel 2010 e cresciuta fino a sfidare Google, che non paga gli stupendi da luglio. Anche l’ultimo tentativo di procedere a un aumento di capitale non avrebbe prodotto i risultati sperati, non ci sono state adesioni da parte di investitori o risparmiatori. Di conseguenza i circa 120 dipendenti ed ex dipendenti avrebbero dato corso a un’azione legale per recuperare gli stipendi.

"Vista l’importanza dell’azienda per la città – ha chiesto il consigliere comunale Pd Michele Lissia in una istant question presentata al sindaco Fabrizio Fracassi – l’Amministrazione intende incontrare la parte datoriale e i rappresentanti dei dipendenti per avere un quadro chiaro della situazione aziendale e delle prospettive occupazionali?". Tra laureati e dottorandi sono molti i giovani usciti dall’Università che hanno trovato posto nella start up che pagava stipendi da 500 a circa 1.600 euro al mese. Cifre non elevatissime, che venivano corrisposte a un numero sempre maggiore di persone tanto che, stando all’ultimo bilancio presentato, il costo del lavoro si aggirerebbe attorno ai 5 milioni a fronte di fatturati modesti.

Nel 2015 i due fondatori della start up – Gianpiero Lotito e Mariuccia Teroni – hanno ricevuto la benemerenza di San Siro come imprenditori di successo perché l’azienda era in forte espansione, riconosciuta a livello europeo al punto di sfidare il colosso Google. Poi è arrivata la pandemia, il mondo è cambiato e da luglio FacilityLive Opco ha smesso di pagare gli stipendi. Chi tra i dipendenti ha potuto trovare un’altra occupazione, ha lasciato l’azienda che ha sede nel Polo tecnologico: è rimasta una quarantina di lavoratori che aspetta la paga. Nel frattempo, sembra che i fondatori stiano cercando soluzioni tra nuovi soci e finanziatori disposti a ripianare il debito accumulato, che ammonta a circa 2 milioni, e a permettere all’impresa di crescere ancora.