"Poco credibile e pericoloso". Adriatici ai domiciliari

Il gip: "Tale modifica nella versione dei fatti fornita dall’indagato allo stato ne inficia parzialmente la credibilità"

Massimo Adriatici

Massimo Adriatici

VOGHERA (Pavia)

"Tale modifica nella versione dei fatti fornita dall’indagato allo stato ne inficia parzialmente la credibilità". Lo scrive il gip Maria Cristina Lapi nell’ordinanza di convalida dell’arresto e applicazione di misura cautelare (ai domiciliari), nel procedimento a carico del 47enne Massimo Adriatici per l’uccisione del 38enne marocchino Youns El Boussetaoui. Ricostruendo i fatti di martedì sera in piazza Meardi, "fino al momento in cui l’odierno indagato è caduto per terra perché colpito con forza da El Boussetaoui - scrive il gip - le versioni fornite dallo stesso e dai testi convergono pienamente". "Le dichiarazioni di quasi tutti i testi convergono con quelle di Adriatici anche in merito alla circostanza - aggiunge il gip - per cui El Boussetaoui avrebbe cercato di aggredire nuovamente l’indagato mentre cadeva per terra".

Il video non aiuta, perché la caduta porta Adriatici e aggressore dietro l’angolo del palazzo, non mostrando quando parte il colpo. "Prima dell’interrogatorio di garanzia – ricorda il gip sempre nell’ordinanza – Adriatici ha fornito una versione dei fatti che divergeva da quanto dichiarato dai testi in merito al momento dell’esplosione del colpo di arma da fuoco, avendo affermato che il colpo era stato sparato inavvertitamente, probabilmente a causa del violento impatto a terra subito dallo stesso o a causa della pressione involontariamente esercitata sul grilletto durante la caduta". I tre testimoni hanno invece dichiarato che il colpo è partito dopo che era già a terra. "In sede di interrogatorio di garanzia - prosegue il gip - ha invece dichiarato che, a causa dei due colpi in testa (la manata ricevuta da El Boussetaoui e il colpo alla nuca subito nella caduta) si è ritrovato in uno stato di forte stordimento, tale da non essere in grado di ricordare cosa sia successo quando è partito il colpo".

Stefano Zanette