I 90 anni di Valentino "Da piccolo cuciva già"

Voghera orgogliosa del suo concittadino e della sua carriera luminosa. Il cugino: aveva modelli per le celebrità che non potevano sempre fare le prove

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di Manuela Marziani

"Da piccolo, ad appena 5 o 6 anni, invece di giocare ai cow boy con le pistole e altri bambini, andava dalla sarta che si chiamava Rosa con la mamma e cuciva le pezze". Ezio Garavani, cugino di Valentino racconta così l’infanzia del noto stilista. Un’infanzia che già lasciava presagire il futuro luminoso che Valentino avrebbe avuto. Il racconto gli è stato fatto dalla madre, che all’epoca a Cervesina dove si ritrovavano tutti, apparteneva al gruppo dei ragazzi più grandi. Partito da una casa di via Sant’Ambrogio, lo stilista ha conquistato il mondo. "Oggi è difficile che ci si riesca a sentire - confessa il cugino di Voghera -. Sono stato a casa sua, quando stava a Roma sulla via Appia, adesso che vive a Parigi è più difficile vederlo perché vuole stare fuori dal mondo. Lo sentiremo nei prossimi giorni, almeno vorremmo farlo". Nell’attesa la città ha confezionato per il suo concittadino più illustre un abito speciale con la mostra che gli ha dedicato. "Valentino mi raccontava che aveva dei modelli delle celebrità che non potevano fare le prove degli abiti - aggiunge il cugino - perché la moglie di un capo di Stato non può spostarsi sempre per provare abiti. Jacqueline Lee Kennedy, ad esempio, non poteva raggiungere facilmente Valentino allora lui aveva tutti i modelli delle stesse misure delle varie celebrità e quando preparava loro l’abito era perfetto. Inoltre, mi raccontava delle stoffe che usava". Anche la moglie di un altro cugino vive con orgoglio il legame di parentela, ma non ha mai acquistato un capo del noto stilista, se non un taglio di stoffa “Rosso Valentino“.

L’idea di celebrare degnamente i 90 anni di Valentino è partita dal sindaco Paola Garlaschelli durante una conversazione con suo padre. "E’ stata una scommessa - ammette la prima cittadina - vinta grazie alla collaborazione della Maison e l’abbiamo realizzata in una location che è un simbolo come il nostro teatro rinnovato. Sono appena tornati i lavori del primo lotto e abbiamo abbinato l’apertura del teatro alla possibilità di ammirare delle vere opere d’arte come i vestiti di Valentino. E questa mostra potrebbe essere l’inizio di una progettazione che potrebbe trovare sviluppi futuri". Ma il genio dello stilista non è stato subito compreso. "Ricordo quando faceva i disegni a scuola prendendosi i rimbrotti dei professori - sottolinea il padre del sindaco Enzo Garlaschelli, amico di Valentino da ragazzo -. Tagliava a metà i più noti fogli da disegno per realizzare degli abiti lunghi e stretti. Ha sempre disegnato. Guai poi con noi ragazzi, se avevi qualcosa fuori posto non andava bene. Lui anche in estate calzava le scarpe di camoscio marroni perfette". Enzo Garlaschelli era il suo autista in Vespa. Valentino non guidava ed Enzo lo accompagnava. "La creatività era il suo chiodo fisso - dice ancora il padre del sindaco -. Quando è partito per andare a Parigi noi avremmo voluto seguirlo ma non avevamo i soldi. Ci aveva detto che andava a imparare e ha creato una meraviglia".