Broni ha deciso, avanti da soli: il nostro perimetro per la bonifica

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Dove spenderli e soprattutto come incassare 3 milioni e 229mila euro da utilizzare per la bonifica dell’amianto (nella foto) stanziati, sin dal 2015, dal ministero dell’Ambiente? Non semplice l’iter che forse, dopo tre modifiche, ora è finalmente arrivato alla conclusione. Tutto dipende dal perimetro del Sin, dove Sin è l’acronimo di Sito di interesse nazionale così identificato per la bonifica da inquinamento ambientale. In questo caso dall’amianto.

Nel 2017 il Comune, oltre al sito industriale della ex Fibronit per cui sono già sono stati spesi circa 20 milioni fra fondi statali e regionali, aveva chiesto di inserire nel perimetro anche due ex scuole, sempre in amianto e una palazzina, sede Avis, nell’ex ospedale. Nel 2018 era arrivato l’ok del ministero, ma nel 2019 è subentrato un accordo fra Broni e Stradella per includere nel perimetro i due Comuni per intero. A ottobre però Stradella, dove nel frattempo era cambiata l’Amministrazione, ci ha ripensato: stop all’adesione. "Situazioni diverse fra i due Comuni e diverse esigenze" è stata, in sintesi, la motivazione severamente commentata dall’ex sindaco, ora alla opposizione, Piergiorgio Maggi che ha definito la scelta "vergognosa". A

Alcuni giorni fa, infine, nuova delibera di Broni con cui si chiede alla Regione Lombardia di considerare come perimetro solo il territorio di Broni. Ora manca (ma non dovrebbe tardare) l’ok del Ministero per confermare il nuovo perimetro. Intanto sia Broni sia Stradella stanziano altri 300mila euro, con fondi comunali sempre per la bonifica amianto.

Pierangela Ravizza