Bancarotta fraudolenta: “no” al ricorso del camionista

Migration

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un pavese di 48 anni, condannato in secondo grado per bancarotta fraudolenta documentale a un anno e 4 mesi. L’uomo contestava che non fosse stato considerato il fatto che avesse agito senza dolo, e un vizio di motivazione in relazione all’affermazione della sua responsabilità. La Suprema Corte ha ritenuto generici i motivi di ricorso, sottolineando come non fosse verosimile la versione dell’uomo, che ha sostenuto di essere stato a sua insaputa nominato amministratore della società fallita al centro del procedimento, venendone a conoscenza solo in un secondo momento. La Corte ha sottolineato inoltre la fraudolenza dell’affidamento della gestione dell’azienda all’imputato, autotrasportatore, che fungeva quindi da "testa di legno" e ha disposto anche il versamento di 3mila euro alla cassa delle ammende.