Addio all’inventore Gianini Duecento brevetti registrati

Le sue trovate erano soprattutto dispositivi dedicati alle persone più fragili

Migration

di Manuela Marziani

L’ultima invenzione è una specie di siringa per non farsi male quando si picchia un chiodo e la convergenza delle gomme dell’auto al laser per garantire la totale perfezione. Ma Bruno Gianini non è riuscito a brevettare queste trovate, si è spento ieri con almeno duecento brevetti registrati. "Bruno ha inventato moltissimi dispositivi per le persone più fragili – ricorda la moglie Lucia – Non metteva a frutto le sue invenzioni, era soltanto felice di realizzare qualcosa di bello e soprattutto utile".

Dopo il servosterzo elettrico e la marmitta anti-inquinamento, l’inventore pavese di 83 anni ha realizzato una bici elettrica a tre ruote per chi ha problemi agli arti inferiori e anche uno strumento che aiuta i proprietari di cani a raccogliere le deiezioni senza abbassarsi. "Mio marito è sempre stato appassionato di meccanica – prosegue Lucia – e di auto. Se sentiva un rumore, ne individuava subito la causa. Per dei freni era andato persino alla Necchi per trovare la soluzione. Non solo, era stato il primo a modificare le auto con i comandi al volante per consentire anche ai disabili di guidarle. Ora lo fanno tutti".

Le invenzioni di Bruno Gianini – che nel 1964 ha sposato Lucia e dal cui matrimonio sono nati Andrea (58 anni) e Luca (57) – non erano il suo lavoro. Nel 1963 ha aperto in via Manzoni un’attività che poi si era trasferita in via Brichetti fino a diventare concessionaria Volvo. AutoGianini, come tutti la conoscono a Pavia ora per la vendita dei quad.

"Le invenzioni erano la passione di Bruno – sottolinea la moglie – Quando gli veniva un’idea, non pensava ad altro finché non la realizzava. Per questo abbiamo anche litigato fino a separarci, ma abbiamo continuato a lavorare insieme e io non ho mai smesso di stimarlo e di ammirarlo". Lucia parla con immenso amore del suo Bruno "attento agli strumenti per la riabilitazione che inventava" e anche a lei. "Stava male – racconta – mi diceva di usare il triciclo elettrico per spostarmi perché ho qualche problema alle gambe. Abbiamo passato tanti momenti belli insieme anche costruendo l’attività che ora seguono i nostri figli. Forse non è stato il padre che avrei voluto per i miei ragazzi, ma sono cresciuti bene ugualmente e so che Bruno era felice nel suo mondo fatto d’invenzioni pensate per gli altri". I funerali dell’inventore saranno celebrati alle 10 di domani nella basilica di San Salvatore.