A Milano cresce la Chiesa-Startup dei Millenials tra social, app e musica

Si chiama "Vive Church" e sta rivoluzionando il modo di vivere la spiritualità. Con qualche velata critica alle Chiese "tradizionali".

Vive Church: la Chiesa - Startup attiva a Milano

Vive Church: la Chiesa - Startup attiva a Milano

La musica riempie la sala del Cinema UCI Bicocca di Milano. Si canta e si celebrano le consacrazioni di nuovi pastori. Hanno 25- 30 anni. Sono giovani, ragazzi e ragazze. Non è un film, ma una vera e propria funzione religiosa, è la realtà di Vive Church, una Chiesa - Startup, nata in Silicon Valley, a Palo Alto, in forte crescita nella città di Milano. Vive non può essere descritta come una Chiesa “ordinaria”: agisce con app, social network, musica, foto. Il sito ricorda quello di un’attività della moda o dei servizi tecnologici, eppure la missione non è vendere magliette, ma promuovere la parola di Dio. Vive Church è una congregazione che fa parte del Christian City Church International, un gruppo di Chiese Pentacostali ed Evangeliche nato in Australia e diffusosi poi negli Stati Uniti. Da poco tempo ha fatto tappa a Milano, con un “campus” (così vengono chiamate le sedi) e conta circa 400 fedeli, il più famoso è Daniele Scardina, pugile di fama internazionale. Portano novità, e qualche velata critica alle Chiese tradizionali, i giovani pastori di Vive Church (età media 28 anni) promettono di rivoluzionare il modo in cui i millenials (e non solo) vivono la spiritualità. Il Giorno ha intervistato Davide Di Lecce, giovane pastore di Vive Church. Come vivono oggi i giovani la spiritualità? Credo che i giovani siano alla ricerca di qualcosa, qualcosa che dia senso e che dia risposte alle domande interiori che hanno. Il problema è che alcuni errori della Chiesa nel passato hanno fatto in modo che Dio non fosse più neanche un’opzione su cui costruire la propria vita. I ragazzi che vivono la spiritualità sanno che questa non è distaccata dalla quotidianità ma è qualcosa che si vive in ogni ambito della propria vita. Che tu sia un consulente o un panettiere, il rapporto con Dio lo puoi vivere vivendo con eccellenza tutte le tue attività. È un concetto più pratico di quanto si pensi. Cosa “manca” alle Chiese “tradizionali” per attirare i giovani? A mio avviso manca attualità. Quando una persona entra in Chiesa, pensa “chissà quando l’hanno costruita, chissà chi ha fatto quest’opera”. Si vede come qualcosa di vecchio. Mancano attualità, trasparenza, vulnerabilità, perché si tende a dare idea di perfezione. La chiesa non è un edificio ma persone, persone imperfette. è una fantasia mostrare le persone perfette. Manca anche la possibilità di mostrare le proprie potenzialità, e scoprire di essere utili. La Chiesa è vista come qualcosa che prende da te mentre noi crediamo il contrario: cioè che le persone possano dare e ricevere. Ad esempio abbiamo un digital team in cui le persone imparano delle skill utili anche per il mondo del lavoro. Quanto contano i social media per la vostra realtà? Noi siamo nati a Palo Alto nella Silicon Valley, utilizziamo app, social media per comunicare con le persone. Questo è il nuovo modo per comunicare. Il primo comunicatore per eccellenza è stato Gesù, con le parabole, una modalità simile a quanto si usa nel marketing, per raccontare un messaggio. La chiave, per noi, è cavalcare la tecnologia invece che subirla. Molte chiese hanno subito la tecnologia e la pandemia non essendo preparati. Noi abbiamo cavalcato la trasformazione. La tecnologia ci ha aiutati a espandere quello che già facevamo. E la musica? La musica ha il potere di cambiare l’atmosfera, di far star bene, di unire, non per questo quando sei depresso ascolti Ultimo. Inoltre cantare permette di pregare più facilmente, con un approccio inclusivo: porta le persone a fare una preghiera che non avrebbero fatto da soli. Infine, la musica permette di utilizzare i propri talenti. Proprio in questi giorni siamo nel mezzo del nostro tour in giro per l’Italia, abbiamo avuto già 900 persone e ne aspettiamo altre 500. Che rapporto c'è tra VIVE Church e le donne? Nella nostra Chiesa abbiamo tutti le stesse opportunità, riconosciamo i diversi ruoli e cerchiamo di valorizzare le diversità. Non si vive la necessità di dover “lottare per farsi valere”. Nella Bibbia ci sono molte donne, fortissime, che hanno fatto scelte di coraggio. Abbiamo pastori donne e pastori uomini. E cerchiamo di valorizzare le diversità. La Chiesa si esprime sui temi politici? Per quanto riguarda la politica non diciamo la nostra, e non vogliamo avere un impatto su questo. Noi siamo una Chiesa e vogliamo soffermarci su quello, aiutare ogni persona ad avere un rapporto con Dio. In che modo possiamo piacere di più a Dio. Non ci esponiamo da una parte o dall’altra. Più che politica noi applichiamo i principi universali poi ognuno lo può applicare nel privato e nella propria decisione politica.