Gp di Monza, la Formula dell’oro: "È l’anno della ripartenza"

Il boom di biglietti significa ossigeno per alberghi e ristoranti: "E può crescere ancora"

I tifosi all'Autodromo di Monza

I tifosi all'Autodromo di Monza

Monza - Gran premio d’Italia, il motore del business. Con un giro d’affari diretto intorno ai 30 milioni di euro e un indotto complessivo che è stato stimato in 120 milioni nel 2019, l’anno del record di 200mila presenze, l’ultimo anno prima del Covid. Poi un 2020 a porte chiuse e un 2021 dimezzato che nel fine settimana ha portato all’autodromo solo 46mila spettatori e, a conti fatti, un buco di 15 milioni. Complice anche l’obbligo, l’anno scorso, di pagare tutti i 20 milioni di dollari previsti dal contratto con la Formula Uno.

Adesso la prospettiva è cambiata. Nel 2022 il Tempio della Velocità taglia il traguardo dei 100 anni e può contare sul sostegno del Governo che, nella legge di Bilancio, ha previsto (anche per il Gp a Imola) fondi a disposizione di Aci per il rilievo "che rivestono per il settore sportivo, turistico ed economico" e per "l’immagine del Paese in ambito internazionale": 10 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2025, e altri 20 milioni (5 quest’anno, 15 nel 2023) "per il centenario". I conti si stanno rimettendo in carreggiata. Anche solo guardando il bilancio provvisorio della biglietteria. Al momento sono attesi circa 240mila tifosi, con un incasso che ha già ampiamente superato quello del 2019 di 15,6 milioni di euro. E "se la Ferrari questo fine settimana dovesse vincere a Silverstone, ci aspettiamo un’ulteriore crescita della domanda", auspica il presidente di Aci, Angelo Sticchi Damiani.

Un business per l’autodromo, ma anche per le casse di albergatori, ristoratori e commercianti monzesi e brianzoli. Senza contare l’indotto turistico generato nell’area milanese e nelle località di villeggiatura di Como e di Lecco. La settimana del Gran premio d’Italia vale circa il 14% della spesa turistica nella sola provincia di Monza, tanto che "negli alberghi di Monza città è già tutto completo, soprattutto con gli addetti ai lavori tra piloti e scuderie – spiega Luigi Nardi, proprietario dell’iconico Hotel de la Ville e numero uno degli Albergatori brianzoli -. Le richieste in eccedenza vengono bene assorbite in particolare da Milano, anche se manca il turismo dell’Est, russi e cinesi. La settimana del Gp è di grande lavoro e fatturato, ci preoccupa è il dopo. Ci terrorizzano le spese energetiche che incidono per il 100%".

Nardi, come il suo collega di Federalberghi Milano Maurizio Naro, auspica che "l’autodromo e tutti gli enti proprietari e gestori facciano sempre di più e meglio". Certo, "Il Gp ha mantenuto importanza per il turismo in Lombardia anche se una ventina d’anni fa c’era molto più movimento, quasi come per il Salone del Mobile c’erano prenotazioni con largo anticipo. Adesso meno, ma resta una grande opportunità". Che per conoscenza e attrattività della manifestazione a livello nazionale ed internazionale, flussi turistici generali e legati all’evento e competitività economica del territorio garantisce non soltanto a Monza, ma alla Lombardia, una notorietà a livello globale che va oltre i tre giorni di Gp.

Un evento che, per allargare il business, potrebbe essere connesso alla Mostra del Cinema di Venezia o al Museo dell’auto di Torino. E, perché no, come prospettato dallo stesso presidente Aci, "potrebbe fare da volano alla stagione che condurrà ai Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026".