Dietrofront: Candy riporta in Brianza la produzione di 100mila lavatrici fatte in Cina

C’è un piano industriale che ha l’obiettivo di aumentare i volumi produttivi dell’impianto brianzolo nei prossimi anni

Nel 2020 la fabbrica di Brugherio raggiungerà la cifra di 450mila lavatrici assemblate

Nel 2020 la fabbrica di Brugherio raggiungerà la cifra di 450mila lavatrici assemblate

Brugherio (Monza e Brianza), 3 dicembre 2019 -  Quando i proprietari erano brianzoli la produzione veniva portata in Cina. Ora che i proprietari sono cinesi la produzione ritorna in Brianza. “Paradossi“ della globalizzazione. Haier, il colosso asiatico degli elettrodomestici che un anno e mezzo fa ha comprato per 475 milioni di euro il marchio Candy, riporterà nella fabbrica di Brugherio la produzione di 100mila lavatrici che in questo momento vengono assemblate in estremo oriente. Percorso inverso rispetto a quanto accaduto a partire dal 2012, quando la Candy, allora in mano alla famiglia Fumagalli, aveva aperto una fabbrica a Jiangmen (impianto da 35 milioni di euro capace di sfornare fino a 2 milioni di pezzi l’anno) e aveva, negli anni successivi, ridotto progressivamente la produzione nella fabbrica italiana.

«Le intenzioni di Haier sono quelle di costruire in Brianza 100mila lavabiancheria a incasso che attualmente vengono realizzate proprio a Jiangmen. Si dovrebbe partire da giugno-luglio prossimi a fronte di un investimento di 600mila euro per l’adeguamento delle linee produttive», spiega Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom-Cgil Brianza. Che non nasconde la sua soddisfazione: «Questa decisione segna un’inversione di tendenza e permetterà di raggiungere la quota di 450mila lavatrici assemblate nella fabbrica di Brugherio nel 2020 (50mila in più rispetto a quest’anno) stabilita nell’ultimo accordo sindacale (per arrivare a 500mila nel 2021 ndr )».Una decisione che apre anche ad altre considerazioni.

«Vengono riconosciute le capacità degli operai italiani. Le lavatrici a incasso sono infatti quelle a maggior “valore aggiunto”. Quindi vuol dire che gli imprenditori cinesi li ritengono “più capaci” tanto da affidare loro la costruzione di elettrodomestici “più complessi”. Non solo. Chiederemo un incontro al ministero dello Sviluppo Economico, perché questa decisione tracci una linea e segni un’importante inversione di tendenza, non solo per Candy, ma per l’intero settore». La scelta comunicata ieri ai sindacati assume ancor più rilievo dopo che, pochi giorni fa, è stato siglato il prolungamento (fino al 30 settembre 2020) della cassa integrazione proprio nella fabbrica di Brugherio. Ammortizzatori sociali che hanno permesso di scongiurare 135 licenziamenti sulle circa 450 tute blu. L’accordo prevede che gli operai lavorino 24 ore settimanali.

Non solo . C’è un piano industriale che ha l’obiettivo di aumentare i volumi produttivi dell’impianto brianzolo nei prossimi anni. E lo spostamento dalla Cina alla Brianza della produzione di 100mila lavabiancheria sembra andare proprio verso questa direzione. Aumenti produttivi che per il sindacato devonofare rima con la conservazione, se non addirittura l’incremento, dei livelli occupazionali. «Naturalmente non è sufficiente. Ma è un primo importante passo – conclude Occhiuto – Nell’intesa raggiunta ieri inoltre Haier riconoscerà, già in questo mese, 800 euro una tantum ai lavoratori proprio come riconoscimento al loro impegno e alla loro professionalità».