GIULIANO MARIA GALIMBERTI
Cronaca

Una lezione speciale. Gli studenti-camerieri e la merenda al buio

Il servizio fuori dal comune nel ristorante didattico della scuola Borsa "Opportunità per guardare con occhi diversi ciò che sembra insuperabile".

Il servizio fuori dal comune nel ristorante didattico della scuola Borsa "Opportunità per guardare con occhi diversi ciò che sembra insuperabile".

Il servizio fuori dal comune nel ristorante didattico della scuola Borsa "Opportunità per guardare con occhi diversi ciò che sembra insuperabile".

Uno snack pomeridiano ce lo concediamo in tanti, anche di corsa, senza pensare troppo all’importanza del gesto. Le cose, però, cambiano radicalmente quando diventa una merenda al buio, senza la possibilità di vedere ciò che abbiamo davanti. È l’esperienza vissuta al ristorante didattico della scuola Paolo Borsa. Una sala volutamente tutta al buio, con i commensali rigorosamente bendati e serviti dagli studenti-camerieri a loro volta impegnati a svolgere al meglio la loro attività con una mascherina sugli occhi.

"Una sfida voluta per trasformare le difficoltà in opportunità – ha spiegato Libero Tantimonaco, psicopedagogista monzese, non vedente, che ha organizzato l’iniziativa insieme alla ’cittadina attiva’ Michela Martinengo –, per imparare a superare limiti spesso solo immaginati e per guardare davvero con occhi diversi ciò che sembra insuperabile". La proposta ha subito incontrato il favore dei dirigenti e dei docenti della scuola Borsa. I ragazzi si sono preparati per la giornata imparando a muoversi nella sala completamente bendati. Spazio che, a luci spente, hanno imparato a conoscere utilizzando mani e piedi al posto degli occhi.

Il giudizio sull’iniziativa è entusiasta e la scuola è pronta a riproporla anche in futuro, magari esportandola in altri angoli della città. Anche l’amministrazione comunale ha voluto dare il suo sostegno all’iniziativa. Merenda al buio anche per Egidio Riva, assessore alle Politiche sociali, insieme ai consiglieri comunali Willy De Luca, Sara Brizzolara e Donatella Paciello. "Queste iniziative – afferma Tantimonaco – non devono rimanere isolate, ma dovrebbero essere strutturate e ripetute nel tempo. Vorrei anche dare vita ad una ’palestra emotiva’. Non un luogo fisico, ma occasioni di incontro per i più giovani, accompagnati da esperti, per imparare ad affrontare le loro paure e gestire le emozioni delle relazioni affettive".

Gualfrido Galimberti