REDAZIONE MONZA BRIANZA

"Troppe ciclabili scollegate a Monza"

Luciano Rossetti, da 22 anni attivista di Fiab, premia le buone intenzioni del Comune ma "c’è discontinuità"

Da due anni i percorsi ciclabili sono aumentati ma resta il problema di una rete ancora frammentata

Da due anni i percorsi ciclabili sono aumentati ma resta il problema di una rete ancora frammentata

Un fronte aperto e sensibile di Monza – in tema di sostenibilità ambientale – è quello delle piste ciclabili. Da due anni a questa parte i percorsi ciclabili sono aumentati, con il sorgere degli itinerari di viale Elvezia, via Lario, via della Birona e via Aquileia, ma resta il macrotema di una rete di piste ancora non raccordata per ampi tratti, soprattutto da e verso il centro. L’assessora alla Mobilità Irene Zappalà – in continuità con il percorso iniziato dall’ex assessora Giada Turato – afferma l’intenzione di proseguire con le nuove realizzazioni in progetto, e di tenere in considerazione il BiciPlan (integrato dal Pums), il documento sviluppato dall’amministrazione Scanagatti nel 2017 che prevede proprio la realizzazione e messa a raccordo di una rete di ciclabili concentrica.

I prossimi interventi serviranno a coprire per intero alcune principali arterie cittadine. È molto vicina la realizzazione della nuova ciclabile di viale Sicilia che, partendo da via Correggio, arriverà fino allo stadio Brianteo, raccordandosi alla passerella di viale Stucchi. Si è vicini alla versione definitiva del progetto anche dell’ultimo tratto della ciclabile di viale Elvezia, che dovrebbe collegarsi al quartiere Giotto di Lissone. Anche per l’area della stazione si muoverà qualcosa. Da maggio è aperto un confronto con Rfi per la riqualificazione della stazione centrale di Monza su modello dello Scalo Farini di Milano per rendere l’area più accessibile, con tanto verde intorno, e con ciclabili di collegamento per il centro e le periferie. Tanta carne al fuoco, su cui oggi si innestano le riflessioni di chi gli sviluppi della ciclabilità a Monza li sta seguendo da decenni. Come Luciano Rossetti, da 22 anni attivista di Fiab Monza, che in dialogo con cinque amministrazioni comunali diverse, ha potuto appurare le difficoltà di arrivare a risultati significativi. "

C’è troppa discontinuità - osserva -. Il problema di Monza è che i progetti si iniziano e si abbandonano. Il risultato è che siamo molto indietro, e si usa ancora la macchina per fare un chilometro". "Ricordo progetti importanti, come l’ingresso di Monza nella ciclovia Ven.To, il percorso ciclabile turistico di collegamento tra Torino e Venezia - dichiara l’attivista -, o quello di “Progettare la lentezza“ per sentieri di turismo lento e meditato in città, o ancora “Adotta una ciclabile“, l’iniziativa con cui si coinvolgevano i migranti per la pulizia e manutenzione delle ciclabili". E l’elenco non finisce qui: "Penso anche a Bike to Work, l’idea di permettere ai lavoratori di fabbriche monzesi di andare a lavoro in bici, o il progetto di punzonatura delle bici, rispetto cui siamo indietrissimo". "Mi chiedo - conclude -, perché tutti questi progetti saltano o finiscono e non se ne parla più?".

A.S.