Traffico di permessi falsi L’udienza slitta a ottobre

Quattro trasferimenti di giudici fanno guadagnare tempo alla banda. Nei guai una ventina di stranieri, un messo comunale e altri tre italiani

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di Stefania Totaro

Slitta alla fine di ottobre, per il passaggio di giudici dal dibattimento all’ufficio gip in seguito a quattro trasferimenti in altra sede giudiziaria, l’udienza preliminare per il resto della presunta banda specializzata nel rilascio o rinnovo dei permessi di soggiorno, o la concessione del nulla osta per il ricongiungimento famigliare, a stranieri che non ne avevano i requisiti.

E in molti approfittano di questo lungo trascorrere del tempo evitando di chiedere riti alternativi in attesa del dibattimento. L’inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dal pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo, ha già portato alla condanna in abbreviato di Ibraim Saran, l’egiziano residente a Bernareggio ritenuto il promotore del sodalizio criminoso e al patteggiamento del commercialista di Legnano Luca Salvatore Scordo. Mentre è in corso il processo al Tribunale nei confronti dell’ispettore della Compagnia della Guardia di Finanza di Monza (ma che era in aspettativa per problemi di salute) Alessandro De Domenico, residente a Bernareggio, del sovrintendente della polizia di Stato in servizio all’ufficio immigrazione del Commissariato di Greco Turro a Milano Giovanni Alongi, di Sesto San Giovanni e di altri tre egiziani. Ora in udienza preliminare al Tribunale di Monza ci sono un’altra ventina di persone, accusate a vario titolo in concorso. Per la maggior parte sono stranieri, a cui si aggiungono i nomi del messo comunale di Monza Antonio Apicella, del ragioniere Mauro Dante Uggeri di Verano Brianza (già coinvolto in un’inchiesta analoga in passato) e di una 43enne di Bernareggio che avrebbe falsamente attestato la sua intenzione di ospitare alcuni congiunti di uno straniero per il ricongiungimento familiare. L’unico che pare abbia annunciato l’intenzione di chiedere il rito abbreviato (che prevede uno sconto di un terzo della pena ma tempi stretti perché il giudice decide sullo stato degli atti) sarebbe un altro italiano accusato di corruzione per avere versato denaro per mandare gli imputati delle Fiamme gialle a fare un controllo alle macchinette di un bar concorrente. Si torna in aula il 29 ottobre, quando al posto dell’attuale giudice, in procinto di trasferirsi al Tribunale di Milano, ci sarà un’altra giudice in arrivo dalla sezione dibattimento penale. Gli odierni imputati sono in parte accusati anche di associazione per delinquere. Accusa non contestata invece al messo comunale, che il Tribunale del Riesame di Milano ha ritenuto estraneo a questa imputazione. Dal canto suo, l’imputato nega anche l’accusa di mancato controllo sulle effettive residenze degli egiziani.