Sparò al fuggitivo, "ha fatto il suo dovere"

Le motivazioni dell’assoluzione del carabiniere dal tentato omicidio di un uomo che per sottrarsi al Tso scappò con l’auto in pieno centro

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di Stefania Totaro

Il carabiniere che ha sparato all’auto del fuggitivo "non solo non aveva alternative alla sua condotta" ma "ha adempiuto al proprio dovere". Questa la motivazione che ha spinto il Tribunale di Monza ad assolvere dall’accusa di tentato omicidio l’appuntato dei carabinieri di 34 anni in servizio alla caserma di Biassono che la mattina dell’1 settembre 2017 ha sparato a Macherio al Suv di un 47enne di Triuggio scappato per sfuggire ai militari che dovevano sottoporlo ad un accertamento sanitario obbligatorio ed era stato lungamente inseguito. Il proiettile aveva colpito il fuggitivo tra la spalla e il collo e miracolosamente era fuoriuscito dalla parte opposta del corpo. Ma, secondo la Procura di Monza, avrebbe potuto uccidere e per l’imputato era stata chiesta la condanna a 4 anni e 8 mesi. I suoi avvocati, Carlo Cama e Luca Ricci, ne hanno invece ottenuto l’assoluzione. Ora le motivazioni della sentenza. "L’unica altra possibilità sarebbe stata lasciare che il fuggitivo proseguisse la sua corsa – scrivono i giudici – con il rischio concreto che si potesse verificare una tragedia se, superando il posto di blocco, avesse investito ed ucciso qualcuno, magari un bambino o un anziano, considerato che si era in pieno centro di Macherio, con diverse persone in circolazione. Se un simile scenario si fosse disgraziatamente verificato, l’imputato sarebbe stato giustamente accusato di non averlo impedito, mancando ai suoi doveri di protezione della pubblica sicurezza". Secondo il Tribunale c’è stato un "uso legittimo dell’arma". E ancora: "L’imputato non sapeva con chi avesse a che fare" quando è intervenuto per fermare il fuggitivo "e quand’anche avesse saputo che si trattava di un soggetto psichiatrico, appena sottrattosi ad un Tso, lo scenario sarebbe stato tutt’altro che rassicurante".

Inoltre "il periodo in cui si sono svolti i fatti era stagione di ricorrenti e sanguinosi attentati terroristici, commessi con veicoli usati per travolgere la folla" e "il giorno in cui si è verificato il fatto erano per giunta in programma le prove del Gp di F1 e, in previsione della grande affluenza di pubblico e proprio in conseguenza dei recenti terroristici erano state intensificate le misure di sorveglianza". Quindi l’appuntato "si è trovato improvvisamente ad affrontare una situazione operativa estremamente critica, in un contesto generale in cui l’attenzione delle forze dell’ordine era ai massimi livelli e a dover decidere in pochissimi secondi come agire". L’unico appunto fatto dai giudici all’Arma è sul Tso: "Certamente si poteva fare di meglio, impedendo sul nascere che la persona offesa, alla vista dei carabinieri, desse il via alla fuga".