Rsa, sciopero della fame: "Riaprite ai parenti"

Mirko Damasco, presidente dell’associazione Salvagente Italia rilancia una petizione e chiede un incontro al ministo Speranza

Alcuni ospiti di una Rsa

Alcuni ospiti di una Rsa

Monza -  Stavolta ha deciso di andarci giù duro. Con uno sciopero della fame, a oltranza, se non verrà riconosciuto quello che ritiene un diritto inalienabile di ogni malato o ricoverato in una struttura sanitaria: quello di avere accanto un parente o comunque un proprio caro. A cominciare dalle Rsa. Perché con la pandemia, e il timore di contagi, centinaia di residenze sanitarie assistenziali, cliniche e ospedali hanno messo al bando le visite. E ancora troppe non hanno riaperto nonostante i contagi siano scesi e le vaccinazioni salite. Ecco allora la presa di posizione del promotore di questa campagna, il monzese Mirko Damasco, già commissario provinciale della Croce Rossa e da anni presidente dell’associazione Salvagente Italia, in prima linea in campagne per la disostruzione pediatrica, seggiolini per bambini in auto, defibrillatori. "Oggi inizia l’ upgrade della nostra richiesta di riaprire gli ospedali alle visite ai parenti, di riaprire la Rsa alle visite ai parenti, di riaprire le sale parto ai papà in quegli ospedali in cui questo non sia ancora stato fatto" esordisce Damasco in un messaggio registrato via WhattsApp.

Perché? "Perché non è più possibile sostenere questo stato di cose, perché la nostra petizione pur molto firmata ha fatto cambiare molte cose ma non è ancora sufficiente e perché nessuno si occupa di questi temi".

E quindi? "Oggi (ieri, ndr ) partono due iniziative: la prima è una petizione dedicata a medici e infermieri per capire che siamo con loro e molti di loro sono con noi, infermieri, Oss, Asa, fisioterapisti e tutti quelli che lavorano in ospedale chiedono che i reparti vengono riaperti perché anche loro hanno bisogno del parente accanto al malato".

E lo sciopero della fame? "Visto che Speranza, il ministro, non ci ascolta, da oggi personalmente partirà uno sciopero della fame che non smetterà fino a quando non ci riceverà, non ascolterà le nostre richieste e non ci spiegherà il suo punto di vista. Questo vale per Speranza e per tutti i presidenti di Regione che possono fare qualcosa".

Di chi è la colpa? "Sappiamo benissimo che la chiusura degli ospedali è una scelta politica, una scelta delle direzioni sanitarie non certo dei singoli operatori: non è possibile che le istituzioni facciano orecchie da mercante e facciano finta di non vedere che migliaia di persone sono private di un diritto fondamentale che è quello di stare accanto a un parente ricoverato o se stiamo parlando del punto di vista del malato di avere accanto un parente o una persona. Questo non è un favore, non è una concessione, è un diritto fondamentale e non possiamo più aspettare. Fino a quando Speranza non ci riceverà lo sciopero continuerà".

Chiedete collaborazione... "Chiediamo a tutti di creare movimento attorno a questa iniziativa. Ognuno può associarsi a questo sciopero della fame, dobbiamo creare rete e dobbiamo creare casino e consenso attorno a questa iniziativa, per 24 ore ognuno di voi può associarsi a staffetta a questo sciopero taggando salvagente con l’hashtag #ospedali aperti. Per quanto mi riguarda andrò avanti tutto il tempo necessario".