Dalla messa coi cartonati ai corsi di psicologia: così don Giuseppe aiuta i fedeli

I ragazzi si sentono pigri e vuoti, gli adulti hanno paura di perdere il lavoro

Il parroco di Robbiano, don Giuseppe Corbari

Il parroco di Robbiano, don Giuseppe Corbari

Giussano - Il pastore di anime in pandemia diventa anche psicologo. Don Giuseppe Corbari, parroco della chiesa dei santi Quirico e Giulitta di Robbiano, è diventato famoso lo scorso lockdown, quando aveva chiesto ai fedeli di mandargli le foto. Quindi le aveva stampate e collocate sulle panche. Così, mentre celebrava in diretta streaming la messa non si sentiva solo. Don Giuseppe è a Giussano dal 2019 e oltre che offrire ai suoi parrocchiani aiuto spirituale, è anche un counselor, ossia un esperto che grazie alla sua abilità di ascolto aiuta le persone a trolvare la loro strada. Lo si vede spesso in bicicletta ed è sempre disponibile. Spiega la grande crisi delle diverse fasce d’età. Non solo quella economica. "Come altri parroci, sono preoccupato per questo periodo pieno di incertezze, paure e miseria. Direi che la situazione è sempre più difficile, soprattutto a livello psicologico. La più grande è quella degli adolescenti.

I genitori sono molto preoccupati, dicono che i loro ragazzi sono diventati pigri, vuoti e non vogliono uscire di casa. Se li spingiamo verso l’isolamento, magari il virus abbasserà la sua potenza, ma senz’altro aumenterà la depressione nei nostri ragazzi. Per non parlare della Dad: per i bimbi della scuola elementare è un vero disastro, per i più poveri è un incubo. Non hanno un computer o un tablet, sono costretti al telefono a seguire le lezioni. Soprattutto i figli degli stranieri". Don Giuseppe rimarca che la mancanza di certezze è una vera tragedia per le persone.

«Molti adulti sono preoccupati di perdere il lavoro, dopo il blocco dei licenziamenti. In molti lo hanno già perso. Ho fatto dei corsi per diventare counselor , perché oltre all’esigenza spirituale c’è anche quella di avere un conforto umano. Le persone vogliono essere ascoltate. La mia agenda è piena di appuntamenti". Don Giuseppe spiega che mai come in questo periodo la gente si rifugia nella fede: "Sono rimasto sorpreso dalla carità delle persone in un momento tanto difficile . Abbiamo aiutato con progetti umanitari all’estero e abbiamo raccolto molte migliaia di euro. Per ultimo tutte le parrocchie soffrono perché, durante lo scorso loockdown, siamo stati chiusi tre mesi, gli oratori idem. Le bollette ci arrivano puntuali e sono salate. È un problema di tutte le parrocchie, per fortuna la carità è un dono molto diffuso. Non posso che ringraziare chi ci aiuta ad aiutare. I sacerdoti non devono solo celebrare la messa, ma stare vicini ai bisognosi".