Sparatoria a Olginate, il killer non si costituisce: in arrivo le forze speciali

Stefano Valsecchi non si trova, c’è il timore di una faida tra clan calabresi. Mobilitati i carabinieri specializzati nella ricerca di superlatitanti ad alto rischio

Gli inquirenti al lavoro sulla scena del crimine a Olginate

Gli inquirenti al lavoro sulla scena del crimine a Olginate

Olginate (Lecco), 18 settembre 2020 - Cercava Matteo e Davide, i due fratelli di 25 e 23 anni che di notte, poche ore prima, avevano massacrato di botte in strada per due volte nel giro di una sessantina di minuti e umiliato davanti agli amici suo figlio 25enne Michele, non loro padre né lo zio. Se davvero Stefano “Stefanino“ Valsecchi, 48 anni di Calolziocorte, volesse uccidere i due ragazzi, piuttosto che dar loro una "lezione" o affrontare una volta per tutte la faccenda che si trascinava da tempo non è dato sapersi perché non è riuscito a rintracciarli. Ha però trovato il loro papà Salvatore De Fazio, frontaliere di 47 anni e lo zio Alfredo di 50, contro cui ha aperto il fuoco, uccidendo il primo e ferendo gravemente il secondo, scampato miracolosamente al regolamento di conti trasversale, ora ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione al Circolo di Varese.

Solo il superstite potrebbe svelarle se si sia trattato di un vero e proprio agguato oppure se la situazione sia sfuggita di mano, ma non è nelle condizioni di essere interrogato. L’unico altro testimone diretto della sparatoria che potrebbe svelare come siano andate le cose è altrimenti il killer, che tuttavia non si trova perché ancora in fuga, svanito nel nulla come uno spettro. "Ancora niene", conferma l’avvocato Marcello Perillo, nominato dalla moglie del ricercato, che spera che il suo assistito si costituisca presto per non aggravare la già difficile situazione, ammesso che sia ancora vivo. Per stanarlo sono stati contatti e mobilitati anche alcuni Cacciatori di Calabria, i carabinieri specializzati nella ricerca di superlatitanti e in operazioni ad alto rischio in territorio ostile, a cui si deve la liberazione di molti ostaggi rapiti e la cattura di boss e affiliati della criminalità organizzata. I Cacciatori arriveranno dall’Aspromonte al Lario già quest’oggi. Tra gli investigatori e gli inquirenti sembra infatti prevalere l’ipotesi che l’assassino sia nascosto in zona, magari in qualche bosco dei dintorni e che non sia riuscito a lasciare la Lombardia sebbene abbia alcuni parenti fuori regione.

L’intervento dei militari dello squadrone elitrasportato da Vibo Valentia lascia pure intendere che il calolziese è ritenuto molto pericoloso e che deve essere catturato a tutti i costi il prima possibile, perché il suo tempo per consegnarsi autonomamente è scaduto. L’arrivo dei commandos potrebbe inoltre lasciar presupporre che dietro all’assassinio del padre di famiglia di Olginate ammazzato forse al posto dei figli ci possa essere qualcosa di peggio di una rappresaglia per difendere il proprio figlio, ma una sorta di faida, come quelle tra le famiglie calabresi.