Giallo del tallio, la risposta nella dispensa di casa Del Zotto

Nessuna pista viene esclusa aspettando l’esito degli esami

I tecnici esaminano il punto di prelievo della villetta friulana dove la famiglia ha trascorso le vacanze

I tecnici esaminano il punto di prelievo della villetta friulana dove la famiglia ha trascorso le vacanze

Nova Milanese (Monza e Brianza), 10 ottobre 2017 - Sono le più disparate, le ipotesi che trapelano, da vari ambienti, per cercare di dare un nome al killer (probabilmente un alimento contaminato) di Giovanni Battista e Patrizia Del Zotto. Scartata subito la possibilità che la causa fossero gli escrementi di piccione, esclusa l’ipotesi della contaminazione dell’acqua del pozzo della casa di villeggiatura, dopo l’ipotesi del purè, paventata dalla badante dei due anziani coniugi, i riflettori sono stati puntati anche su del farro, ingerito dalla famiglia durante la permanenza nel casolare di Varmo, in Friuli. E non è tutto: proprio dal Friuli, qualche voce parla di un possibile utilizzo per errore, durante la preparazione di qualche piatto, del topicida ritrovato anche nella soffitta dell’abitazione nella frazione di Santa Marizza.

Ma nessuna di queste ipotesi, al momento, può esserci un briciolo di conferma. Quelle arriveranno solo insieme all’esito delle analisi su tutti i cibi e prodotti campionati, sia a Varmo sia nell’abitazione di Nova Milanese, in via Fiume. Del resto, non si sa ancora con certezza nemmeno se quel topicida contenesse realmente il tallio poi trovato nell’organismo dei 5 famigliari transitati dal casolare questa estate, più la badante di 49 anni, italiana. Proprio quest’ultima ieri è stata trasferita di reparto, per qualche segnale di malessere, ma secondo quanto trapela dall’ospedale la situazione sarebbe sotto controllo.

All'ospedale di via Mazzini rimangono lei, l’anziana moglie di Giovani Battista, l’altra figlia Laura e il marito di Patrizia, Enrico. In condizioni stabili. A proposito di sintomi, i primi sono stati localizzati intorno al 15 settembre, da Patrizia (non a caso aveva una quantità di tallio dieci volte superiore agli altri), una settimana dopo anche dalla sorella Laura.​ Gli specialisti interpellati dagli inquirenti hanno spiegato e ribadito che l’avvelenamento da tallio ha degli effetti ciclici sull’organismo: i sintomi potrebbero acuirsi, affielorirsi e poi crescere nuovamente. Per questo tutte le situazioni sono monitorate da vicino, costantemente. Le indagini intanto proseguono sia in Brianza – con la Procura di Monza titolare dell’inchiesta – sia in Friuli, dove la casa di via Thanner e tutte le sue pertinenze sono state messe sotto sequestro. L’attesa è tutta per gli esiti delle analisi, come per quelli dell’autopsia effettuata sui corpi delle due vittime del tallio. In settimana potrebbe esserci qualche nuovo tassello, per comporre il puzzle e riuscire a individuare l’origine dell’intossicazione.