Monza, dalle pizze alle manette: quattro arresti dopo il fallimento

L'operazione della Finanza sul crac della catena "Donn'Angelin"

In azione la Gdf di Monza

In azione la Gdf di Monza

Monza, 25 Febbraio 2021 - La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Monza ha eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare del Tribunale di Monza, due in carcere e due agli arresti domiciliari, per la chiusura della catena di pizzerie 'Donn'Angelin' in Brianza, hinterland milanese e provincia di Varese, con il sequestro di beni per oltre 1 milione e 200mila euro. Le manette sono scattate per il gestore Severino Picone e per la moglie Angela Stanzione, mentre ai domiciliari in Campania sono finiti la madre di Stanzione e un prestanome. Le accuse sono bancarotta fraudolenta, evasione fiscale ed autoriciclaggio. L'operazione denominata dai finanzieri 'Pret-a-Manger' è nata da un'indagine coordinata dal pm della Procura di Monza Rosario Ferracane dopo il fallimento della catena di pizzerie con sede a Lissone, Muggiò e Bresso. Le Fiamme gialle monzesi hanno scoperto un sistema di frode con cui gli arrestati, non versando i contributi allo Stato e neanche al personale che lavorava nelle pizzerie, distraevano i profitti, illecitamente riciclati e reinvestiti nel 2018 e 2019 in due società, una operante nel settore della moda e l'altra nel settore della ristorazione. La moglie di Severino Picone gestiva la 'Pycoch srl', una società con sede a Lissone ma che agiva nel quadrilatero della moda a Milano e anche all'estero, titolare del marchio internazionale di moda 'Albagìa', sponsorizzato anche attraverso ignari personaggi dello spettacolo. La cantante Arisa aveva indossato un abito alla finale del festival di Sanremo 2019 mentre sul profilo Instagram indossa capi di abbigliamento anche l'attrice Isabella Ferrari. Severino Picone, attraverso la suocera e l'altro prestanome, secondo gli inquirenti, stava invece per mettere in piedi un'altra catena di pizzerie dal nome 'Nonn'Angelin'.