di Barbara Calderola e Gualfrido Galimberti Sono i primi due pilastri di un sistema che alla fine ne avrà 14. Porte aperte alla Case della Comunità a Vimercate e Giussano: ieri ha debuttato il nuovo modello di raccordo pazienti-sanità sul territorio della Asst Brianza. Le strutture devono drenare la domanda di salute che finora ha trovato risposta – impropria – al pronto soccorso e in ospedale. "Si punta sulla medicina di cooperazione, vera carta vincente che si è fatta strada dopo la pandemia", spiega Marco Trivelli, alla testa del gigante sanitario con 3.700 dipendenti. Nelle Case lavorano fianco a fianco figure che oggi sono slegate fra loro. Infermieri di famiglia, specialisti, neurologi, cardiologi, internisti, assistenti sociali del comune e aziendali accanto a medici di famiglia. Fra i servizi offerti ci sono tutte quelle prestazioni che in mancanza di alternative finivano per intasare l’emergenza: medicazioni, rimozione di punti, infusioni di farmaci. A Vimercate vive così dopo anni di abbandono la vecchia palazzina della riabilitazione, nel perimetro ospedaliero, mai aperta prima di ieri. Ma è una sede provvisoria. Quando Asst e Comune avranno fatto decollare la riqualificazione del vecchio monoblocco, la Casa traslocherà in centro. Un traguardo fissato al 2025. A Giussano ieri mattina l’apertura sia della Casa che dell’Ospedale di Comunità. L’ospedale Borella nel tempo aveva perso peso nell’ambito della sanità territoriale e in pochi avrebbero scommesso su un suo effettivo rilancio. "Il nostro centro di cura torna a essere un punto di riferimento centrale per il territorio – afferma il sindaco Marco Citterio –. Una bella notizia che ci fa guardare al futuro con la certezza che il nostro ospedale continuerà ad esercitare quel ruolo centrale che ebbe in passato e che non vogliamo si esaurisca ma, anzi, cresca ancora nel tempo davanti alle sfide che il sistema assistenziale sta fronteggiando". Intanto si riparte ...
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