La giustizia e l’incubo telematico: "Un baco e la persona va in carcere"

La presidente Noemi Mariani: "L’informatizzazione spesso si rivela un rischio"

La giustizia e l’incubo telematico: "Un baco e la persona va in carcere"

La giustizia e l’incubo telematico: "Un baco e la persona va in carcere"

Sono trascorsi 25 anni dalla nascita della Camera penale di Monza, ma i problemi degli avvocati sono rimasti gli stessi. E in più si aggiunge la chimera dell’informatizzazione. "Al di là della possibilità ora di astenersi, e con il giusto processo che ha introdotto la parità delle parti, ancora oggi il tema della disparità esiste – spiega l’attuale presidente Noemi Mariani –. Ad esempio un documento dell’Osservatorio informatizzazione sull’utilizzo dell’apposito Portale dove è stato fatto obbligo con la riforma Cartabia di depositare gli atti penali da parte di tutte le parti del processo penale telematico, rivela che gli unici a farlo siamo noi, mentre i giudici e i cancellieri continuano a scrivere anche a penna e quindi in realtà noi abbiamo un doppio binario e dobbiamo anche recuperare i documenti cartacei". La funzione dell’avvocato invece è rimasta la stessa.

"Siamo sempre a combattere a fianco degli ultimi, mentre nell’immaginario collettivo c’è sempre più quella sensazione, qualcuno di recente l’ha definita la democrazia emotiva, di ragionare di pancia. Ma il nostro ruolo è, rimane ed è sempre stato essere l’ultimo baluardo a tutela del diritto di difesa che viene un po’ attaccato da tutti i fronti. Alcuni temi sono rimasti identici, la separazione delle carriere, la prescrizione come tema sentito perché l’avvocato è l’azzeccagarbugli che vuole farla fare franca al suo assistito. Oggi noi abbiamo come ulteriore ostacolo questa informatizzazione che di fatto ha posto tantissimi vincoli sia di forma sia di sostanza, con il rischio di restare in balìa dei sistemi informatici ministeriali, chiunque abbia mai avuto a che fare con un portale pubblico sa cosa significhi, noi ne abbiamo a che fare ad esempio per depositare atti che possono essere gli appelli, che se non te li accettano per un errore di sistema la persona può andare in carcere il giorno dopo perché scatta l’ordine di esecuzione della pena. In questo ambito è importante restare associati, perché quando ti confronti con le autorità giudiziarie fare fronte unito serve almeno a cercare di fronteggiare chi c’è dall’altra parte".

S.T.