STEFANIA TOTARO
Cronaca

In aula i sacchi col microchip. Assolto l’ex direttore di Gelsia. Resta alla sbarra solo Sfrecola

Cinque le persone originariamente imputate a vario titolo per corruzione, turbativa d’asta, truffa false fatturazioni e autoriciclaggio di denaro, tre i patteggiamenti tra i 3 e i 4 anni di pena.

In aula i sacchi col microchip. Assolto l’ex direttore di Gelsia. Resta alla sbarra solo Sfrecola

In aula i sacchi col microchip. Assolto l’ex direttore di Gelsia. Resta alla sbarra solo Sfrecola

Torna in aula l’inchiesta sulle presunte tangenti per un appalto da oltre 2 milioni di euro sulla raccolta dei rifiuti in Brianza. Nel frattempo l’ex direttore generale di Gelsia Ambiente Antonio Capozza, condannato, ma non per corruzione, a 2 anni e 8 mesi di reclusione, è stato assolto in appello da tutte le accuse.

Il dibattimento si è aperto nei confronti dell’unico imputato che non ha chiesto riti alternativi, Cosimo Damiano Sfrecola, residente a Barletta, amministratore di una società pugliese che faceva capo all’associazione temporanea di imprese coinvolta. Cinque le persone originariamente imputate a vario titolo per corruzione, turbativa d’asta, truffa, false fatturazioni e autoriciclaggio di denaro. Tre i patteggiamenti tra i 3 e i 4 anni di pena, quest’ultima andata all’ex presidente del consiglio di amministrazione di Gelsia Ambiente (costituita parte civile nel procedimento giudiziario) Massimo Borgato. Capozza aveva chiesto il rito abbreviato ed era stato condannato per turbativa d’asta e truffa, accuse per cui ieri la Corte di Appello di Milano l’ha assolto con formula piena. Confermata anche l’assoluzione relativa alla presunta corruzione per cui è stata la Procura di Monza a ricorrere in secondo grado contro la sentenza del Tribunale di Monza. Al dibattimento è stato sentito il luogotenente della Guardia di Finanza di Monza che ha eseguito le indagini. "Avevamo ricevuto dalla Procura di Monza la delega per indagare su presunti fatti corruttivi relativi alla Aeb di Seregno – ha spiegato il finanziere – L’attenzione è caduta sui servizi di raccolta dei rifiuti che la Aeb svolgeva attraverso Gelsia Ambiente e in particolar modo su un appalto per la fornitura di sacchi dotati di un microchip abbinato al codice fiscale dell’utente dove emergeva un’ipotesi di accordo corruttivo con i vertici della società". Era maggio 2021 quando la Guardia di Finanza di Monza ha eseguito 5 misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari chieste dai pm monzesi, che hanno poi ottenuto il sequestro dei 60mila euro ritenuti profitto dei reati. Secondo l’accusa, Capozza e Borgato avrebbero accettato la somma per agevolare gli imprenditori dell’ati di Barletta, per aggiudicarsi nel 2017 la gara d’appalto. Accusa negata dall’imprenditore di Barletta ora imputato di corruzione e turbativa d’asta. "Alla gara hanno partecipato due associazioni temporanee di imprese – ha testimoniato un funzionario di Gelsia Ambiente – La parte economica dell’offerta era regolare, ma alla parte tecnica una delle due aveva presentato i sacchi coi microchip attaccati con lo scotch e quindi era stata scartata".