Il presidente dell’atletica. Gianni, l’ex marciatore partito da “abusivo“ nella Coppa del mondo

Il ragazzo di Limbiate "mediocre in gara", si è reinventato allenatore e da 8 anni guida la Fidal Lombardia "Abbiamo Filippo Tortu, ma questa è una terra fertile per far crescere campioni e soprattutto l’inclusione".

Il presidente dell’atletica. Gianni, l’ex marciatore partito da “abusivo“ nella Coppa del mondo

Il presidente dell’atletica. Gianni, l’ex marciatore partito da “abusivo“ nella Coppa del mondo

Ha sempre fatto atletica. Ma non s’è mai appeso al collo “medaglie“ per darsi tono. Anzi. "Ero un atleta mediocre e a 18 anni ho detto: “al mio paese non serve un atleta mediocre, serve un allenatore”. Così ho iniziato ad allenare gli “scarti” degli altri. Sempre, però, con una grande attenzione al sociale, all’inclusione. Allenavo ragazzi che avevano la mia età o appena più giovani. Da lì è nata questa avventura meravigliosa". Che 8 anni fa ha portato Gianni Mauri da Limbiate al vertice della Fidal Lombardia, la Federazione di atletica leggera. Appena maggiorenne il primo tesserino, a 22 il secondo per assistente tecnico regionale, "a 27 anni ero tecnico nazionale specialista, ma già collaboravo con le squadre nazionali per le marciatrici – racconta Mauri –. In quegli anni io e il mio vecchio allenatore, Pietro Pastorini, un fabbricante di campioni siamo riusciti ad andare a una Coppa del mondo come Italia da abusivi. Il comitato organizzatore ci accolse e questa squadra di ragazze gareggiò nella marcia non in maniera ufficiale, con le magliette comprate al mercato e gli scudetti tricolore cuciti da mia madre. Da lì, poi, partì il riconoscimento della Federazione e ora le marciatrici italiane sono tra le più forti al mondo".

Orgoglio senza arroganza. Gianni la gavetta l’ha fatta fin da ragazzino. E sui campi e le piste di tutta la Lombardia continua ad andarci. Presidente non da poltrone, ma da tuta e scarpe da running. "Io ho iniziato con la marcia e il mezzofondo, ma poi ho allenato di tutto e adesso vado sul campo e alleno i ragazzi che fanno anche lanci alla PBM di Bovisio Masciago – continua –. Una bella realtà con 60 anni di storia. Vado sul campo due, tre volte alla settimana. Il resto del tempo lo dedico alla Federazione lombarda". C’è da correre anche lì.

"Abbiamo circa 60mila tesserati, siamo il più grosso comitato regionale d’Italia, con 1.300 allenatori, oltre 400 giudici di gara e qualcosa come 53mila atleti, dai 6 ai 90 anni". Soltanto tra Milano, Monza e la Brianza le società attive sono 181 con 17.793 atleti. "C’è un movimento di giovani atleti anche nelle squadre nazionali – precisa Mauri –. Non dimentichiamoci che Filippo Tortu è cresciuto in Brianza. E poi, pure Marcel Jacobs e Fausto Desalu sono lombardi. Giusto per citare la staffetta 4x100 (con Lorenzo Patta) oro alle Olimpiadi di Tokyo. Un patrimonio di campioni che coltiviamo con il progetto Talento sostenuto da un progetto di crowdfunding che ho voluto io: raccogliamo ogni anno circa 30mila euro di donazioni spontanee, poi un accordo con regione Lombardia che ha fatto del nostro progetto un progetto pilota. Così, anche con nostre risorse, riusciamo a distribuire ogni anno circa 100mila euro di borse di studio". L’atletica, per Gianni Mauri, è uno stile di vita: "Ho dedicato la mia vita allo sport. È la mia famiglia. È la mia casa". Anche per questo "continuiamo a lavorare sugli impianti. Negli ultimi sei anni sono stati fatti o sistemati 54 impianti di atletica leggera. Mentre sugli impianti indoor (oggi in Lombardia sono solo a Casalmaggiore, Bergamo e Saronno), tra poche settimane a Brescia partirà la costruzione di un impianto ad anello da 200 metri con tribune".

Ma non bastano le piste. "L’atletica dev’essere sempre più inclusione – la visione di Mauri –. inclusiva. Noi dell’atletica li prendiamo tutti. Prima di ogni cosa vogliamo vincere la sfida della partecipazione. I campi di atletica sono per tutti. E anche la Brianza è un esempio. Una realtà che semina tanto e bene. Senza fretta. Se pianti nel tuo giardino una pianta, le ciliegie te le darà dopo 10-12 anni. Qui è lo stesso. I frettolosi costruiscono solo dei bonsai".