Il cantiere per essiccare gli scarti di depurazione

Sarà il più grande impianto green italiano grazie a quattro grandi reattori, investimento 3,8 milioni

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di Barbara Calderola

Ingegneria dell’ambiente al servizio della transizione ecologica. E’ partito a Vimercate il cantiere per la costruzione del più grande impianto italiano di essicamento green degli scarti di depurazione. E’ il primo di questo genere e con questa capacità a vedere la luce nel Paese.

Tutto grazie a quattro biodryer, grandi reattori orizzontali che sono il cuore della nuova sezione del depuratore, l’investimento è di 3 milioni 800mila euro, l’operazione è un tassello di Fanghi-Lab, il progetto che riunisce la capofila A2A, Brianzacque e l’Istituto farmacologico Mario Negri e che ha vinto il bando "Call Hub Ricerca e Innovazione" della Regione.

Dai rifiuti si ricaverà nuova energia, eco-materiali e fosforo. L’obiettivo, "sperimentare tecnologie sempre più sostenibili anche dal punto di vista economico – spiegano i partner –. Lo smaltimento dei residui in questo ambito è delle voci più pesanti per chi gestisce l’intero servizio idrico e ha un impatto importante sulla bolletta di famiglie e imprese".

"Il nuovo processo – proseguono – permetterà di minimizzare le scorie e metterà a frutto quelle che avanzano con vantaggi per l’ambiente e per il portafoglio in linea con il Pnrr, dal quale puntiamo a ottenere risorse".

Tutti gli essiccatori funzioneranno in parallelo e tratteranno 4 mila tonnellate l’anno complessive, mille ciascuno. Il primo entrerà in servizio ad aprile, mentre gli altri saranno operativi entro luglio. Il reparto diventerà parte integrante della linea della quale sarà lo stadio finale, l’ultimo pezzo di lavorazione. I tecnici del Mario Negri avvieranno da subito indagini per misurare i benefici delle attrezzature offrendo riscontri incontrovertibili.

"In questo modo il depuratore di Vimercate diventa il fulcro di un nuovo processo di economia circolare a vantaggio del territorio – sottolinea Enrico Boerci, presidente di Brianzacque –. L’operazione è innanzitutto un importante passaggio culturale e industriale in linea con le indicazioni comunitarie e nazionali per la svolta verde".

La struttura serve un bacino di 104mila abitanti, nei suoi vasconi finiscono le acque nere di altri sette comuni della provincia (Burago, Aicurzio, Sulbiate, Bernareggio, Bellusco, Usmate-Velate, Carnate e Ronco Briantino). Nel 2020 è stato al centro di un intervento di riqualificazione della biofiltrazione dei liquami, propedeutico al nuovo salto. Come il depuratore di Monza anche l’impianto di Vimercate è telecontrollato.