Monza, il Gran Premio torna a rischio

Axi in pressing sul Governo Conte. Sticchi Damiani: "Serve appoggio, dobbiamo rinnovare l'accordo"

Il Gp di Monza

Il Gp di Monza

Monza, 17 luglio 2018 -  Prima di farsi carico di un altro contratto vuole avere le spalle coperte. Al di là delle parole e delle promesse. Perché «Monza merita il nostro rispetto e il nostro impegno», ma «se vogliamo continuare ad avere il Gran premio d’Italia dobbiamo avere la certezza che non siamo soli: abbiamo bisogno dell’appoggio del Governo, di Regione Lombardia e del Consorzio Parco e Villa di Monza che, per ora, c’è stato». Il presidente Aci, Angelo Sticchi Damiani, torna alla carica. Il tanto sudato rinnovo portato a casa un paio d’anni fa valido fino al 2019 è già da ridiscutere. «Le condizioni che ci sono oggi a Monza non esistono in nessun Gran premio al mondo – mette i puntini Sticchi Damiani –: non ci accontenteremo di organizzare solamente la gara, vogliamo che l’autodromo possa festeggiare il centenario nelle migliori condizioni possibili». Il piano è di proporre un prolungamento di 4 anni dell’accordo ai nuovi padroni della F1, gli americani di Liberty Media. Con loro il presidente Aci assicura di avere «aperto un buon canale». Tanto da poter pensare di rivedere i termini del contratto, di durata e anche economici.

«Tre anni passano come un fulmine, non possiamo pensare di andare avanti di tre anni in tre anni – fa il punto Sticchi Damiani –. Ma in ogni caso, è necessario che tutti i soggetti finora coinvolti confermino il loro sostegno al Gran premio» per poter onorare l’attuale contratto lasciato in dote a Liberty Media da Bernie Ecclestone. Tre anni a 68 milioni di dollari: 22 l’anno scorso, altrettanti per il Gp del prossimo 2 settembre, e 24 per il 2019. Cinque milioni all’anno sono garantiti da Regione Lombardia e «auspichiamo che questo accordo venga rinnovato». Così come «confidiamo che il nuovo Governo mantenga l’appoggio affinché Aci possa mantenere la Formula Uno in Italia, a Monza». Appoggio che, due anni fa, si è tradotto in una legge che autorizza l’Automobile club d’Italia a utilizzare tutte le risorse del proprio bilancio per pagare la F1, comprese quelle che lo Stato riconosce per la gestione del Pubblico registro automobilistico.

Ma il futuro del Pra è messo in discussione dal certificato unico, la cui entrata in vigore è stata prorogata dal prossimo 1 luglio a gennaio 2019. Altri sei mesi a disposizione di Aci per rivendicare al Governo che verrà la gestione del registro automobilistico e che nel 2016 ha portato al club una plusvalenza di 70 milioni di euro.  Morale della favola, finché c’è il polmone del Pra, Aci può respirare e tenere in vita non soltanto il Gran premio d’Italia ma anche una struttura che ha 3mila dipendenti per meno di un milione di soci, senza contare le migliaia di dipendenti delle società collegate. «Con il Governo non abbiamo avuto ancora incontri, ma siamo convinti che non ci saranno problemi. Per ora è una sensazione, per firmare un contratto servono certezze».