Monza, adescava ragazzine sul web e poi le violentava: arrestato finto ginecologo

Decine di messaggi. Scovati dalla polizia nelle pieghe di Facebook, Instagram, Kik Messenger

Una donna al computer

Una donna al computer

Monza, 2 marzo 2019 - «Ti renderò più bella». «Potrai avere rapporti sessuali senza rimanere incinta». O addirittura, «ti amo, sei la prescelta». Decine di messaggi. Scovati dalla polizia nelle pieghe di Facebook, Instagram, Kik Messenger, programma di messaggistica istantanea che consente di nascondere il numero di telefono. Moderno Mefistofele, un ingegnere brianzolo di 50 anni, moglie e figli, grande abilità psicologica, intesseva così la diabolica tela in cui faceva cadere le sue vittime: ragazzine di 15-17 anni, spesso fragili psicologicamente, convinte a sottoporsi a un miracoloso trattamento inventato da un ginecologo di chiara fama. Un trattamento che consisteva in realtà in pratiche sessuali e stupri.

Almeno tre i casi finora accertati: due sfociati in violenze sessuali, il terzo rimasto a livello di adescamento. Il timore della Procura di Milano e della polizia di Monza è che i casi siano molti di più, che l’adescatore fosse seriale. Di qui l’appello ad altre potenziali vittime perché si facciano avanti. 

Il profilo del finto ginecologo aveva oltre 4mila contatti. Centinaia i follower. Tutto cominciava dalla creazione di finti profili sui social. L’ingegnere si spacciava per ragazzine minorenni e contattava le vittime. Poi, dopo essere entrati in confidenza, le finte amiche raccontavano di quello straordinario ginecologo che avrebbe potuto risolvere ogni problema. Poi subentrava il medico, che costruiva una relazione virtuale ponendosi come mentore della malcapitata, alla quale inviava anche vere e proprie fake news, con finte pagine di giornale che lo elogiavano. E la convinceva a inviare foto delle proprie parti intime. Infine, l’appuntamento nel suo studio, un appartamento in Brianza.

Qui arrivavano le violenze sessuali, travestite da trattamenti: il miracoloso «Neutro», come lo aveva denominato il finto ginecologo Alberto Berti. Rapporti sessuali non protetti, perché il finto medico diceva di essere sterile. E se la ragazzina si tirava indietro, la minacciava: «dirò tutti ai tuoi genitori», «chiederò a loro di pagarmi per la cartella medica» (365 euro). Oppure arrivavano i bombardamenti dalle finte amiche social create dall’ingegnere: «Non fare la str.. za, sei la sua musa: non ci farà più il suo trattamento». Finché 4 mesi fa, una delle vittime si è confidata coi genitori, che hanno presentato la denuncia. «Octopus», il nome dell’inchiesta. Perché l’ingegnere aveva tanti tentacoli. Ora è stato arrestato per adescamento di minori, violenza sessuale aggravata e detenzione di materiale pedo-pornografico.