Evase dai domiciliari sbeffeggiando i carabinieri. Ma il tribunale lo assolve dopo oltre otto anni

Il biglietto ai militari: “Troppo tardi!“. Avvertito dal legale che gli era stata comminata la sorveglianza speciale

"Troppo tardi". Con una faccina che sorride. È il messaggio scritto su un foglio affisso alla porta di casa per avvertire i carabinieri che non l’avrebbero più trovato agli arresti domiciliari. Ma per i giudici non era evasione perché lui era già stato avvertito al telefono dal suo avvocato che la misura cautelare era stata modificata in quella più pesante della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno entro i confini della città. Protagonista del curioso episodio risalente alla primavera 2015 un pregiudicato allora 37enne di Verano Brianza, che si trovava ai domiciliari per inosservanza della sorveglianza speciale. Il 25 marzo i carabinieri si erano recati a casa sua per i consueti controlli e per comunicargli che il Tribunale per le Misure di Prevenzione di Milano aveva deciso di sostituire quella misura cautelare con quella più afflittiva di obbligo di soggiorno nel Comune di residenza e obbligo di firma.

Invece avevano trovato l’avviso e l’appartamento vuoto. Il foglio con l’ironico messaggio era stato posto sotto sequestro e per il 37enne era scattata la denuncia per evasione dagli arresti domiciliari. "Ho agito così perché il mio avvocato mi aveva telefonato anticipandomi l’aggravamento della misura cautelare, quindi di fatto io già non ero più ai domiciliari", si è giustificato l’uomo, che comunque nel 2017 era stato rinviato a giudizio e nel 2022 era stato condannato per evasione dagli arresti domiciliari a 1 anno di reclusione. Il 37enne si è rivolto all’avvocato Giorgio Ballabio per il ricorso e i giudici della Corte di Appello di Milano ora l’hanno assolto "perché il fatto non costituisce reato". "L’allora difensore dell’imputato aveva avvisato telefonicamente il suo assistito avvertendolo che sarebbe stato risottoposto alla sorveglianza speciale - ha sostenuto - Quindi il suo allontanamento non aveva lo scopo di evadere, ma di evitare di finire nuovamente con l’obbligo di soggiorno".

Stefania Totaro