Escursione per ricordare la diossina

Quaranta ambientalisti all’Oasi del Fosso del Ronchetto, una delle aree verdi sorte dopo il disastro dell’Icmesa

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di Sonia Ronconi

A 46 anni dal disastro Icmesa è stata organizzata un’escursione guidata all’Oasi del Fosso del Ronchetto, “Ricordando il 10 luglio 1976”. Il ritrovo è stato alle 9.30 al parcheggio del Centro Sportivo Comunale di via Monte Rosa 40 a Seveso, ingresso all’Oasi da via Boves. "È stata una mattinata serena dove solo 40 persone, per le normative anti-Covid, hanno potuto iscriversi - spiega Gianni Del Pero, presidente del WWF Lombardia che con altre realtà sevesine ambientaliste ha accompagnato le comitive -: divise in gruppi insieme hanno ricordato il primo grave incidente ambientale della storia. Abbiamo distribuito locandine per educate all’ambiente i futuri cittadini". Alle 12 è terminata l’escursione. Dopo una settimana di iniziative al Bosco delle Querce – ovvero il bosco della memoria – è stato scelto l’Altopiano di Seveso.

"Chi c’era in quegli anni - ricorda il geologo Del Pero - sa che quando il Bosco delle Querce e tutta l’area A erano impraticabili, proprio in quell’anno è iniziata la costruzione del centro sportivo Monte Rosa all’Altopiano da cui sono nate aree verdi come il Fosso del Ronchetto e il Biulè. Aree utilizzate durante quegli anni, quando la diossina era una molecola sconosciuta. Per altro, l’Icmesa era su territorio di Meda e da anni nel Tarò morivano pesci. Ma tutta l’attenzione si è sempre riversata solo su Seveso. Abbiamo ricordato insieme quei momenti e le persone morte nel tempo che si sono occupate di ambiente. Come l’ultimo della lista: Gabriele Galbiati, presidente dell’associazione Natur&. Per tutti loro è stato piantato un albero per ricordarli". L’Oasi Fosso dei Ronchetto fu istituita nel 1994 con l’accordo tra Comune di Seveso e le Associazioni WWF Groane e Legambiente Circolo “Laura Conti” che la gestiscono.

I volontari curano un’area rinaturalizzata che si estende su una superficie di circa 8 ettari, con un bosco di robinie, betulle, carpini, querce, olmi, castagni e ciliegi.