“Dizionario Balasso” Parole comiche a teatro

L’originale artista in scena al Manzoni con il suo ultimo spettacolo: "Non cercheremo le parole, saranno le parole a trovare noi"

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di Marco Galvani

Sul palco c’è un dizionario fuori dal comune. Dove le parole sono scritte a penna, in rigoroso disordine alfabetico. Perché "la realtà non si presenta mai in ordine alfabetico". Anzi, "il mondo è governato dal caos. E l’ordine che ci diamo è soggettivo, fittizio. È la visione del singolo". Ecco perché Natalino Balasso mette al centro del palco quel “grande libro” che custodisce oltre 250 lemmi incolonnati. "Lo consulterò con il pubblico, pieno di parole in cerca di definizione. Ma non cercheremo le parole, saranno le parole a trovare noi", assicura lo scrittore, attore e comico protagonista il 21 aprile al teatro Manzoni di Monza (biglietti su www.teatromanzonimonza.it) con “Dizionario Balasso”. Uno spettacolo aperto, dove ogni parola spinge a una definizione, una definizione a un ragionamento, consapevole che "le definizioni partono da una visione capovolta del mondo, ci fanno credere che la verità sia una sentenza definitiva. Nel mondo contemporaneo le parole diventano tag, cioè etichettano le cose come si etichettano le mele - racconta Balasso -: una ad una ma con lo stesso disegno. Il tag è definitivo per definizione, è la modalità tranciante in cui rientra la nostra comprensione della società. Ogni concetto è una scatola chiusa di cui leggiamo solo l’etichetta. Cosa c’è nella scatola? Perché ci ostiniamo a tenerle chiuse quelle scatole?". È qui che Balasso si produrrà nell’arte in cui è ormai specializzato: rompere le scatole. Freud diceva che dal punto di vista del sogno la realtà è assurda.

"Ecco la forza della comicità: costruire un mondo assurdo per dimostrare l’assurdità del mondo che conosciamo. E anche dei nostri discorsi". Perché "troppo spesso accostiamo parole che diventano assiomi pericolosi". Balasso smaschera la realtà che si mette in posa sui social confidando "nell’intelligenza del pubblico". Rifuggendo "le risate finte anni Ottanta alle battute da cabarettoni senza pensiero" e "l’idea annacquata del divertimento patologico". "Dizionario Balasso" è una parentesi di ‘tempo prezioso’. Come le parole della poesia di Mario De Andrade suggerita da Gabriele Salvatores: "Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto. Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma". "È giusto che i giovani mangino avidamente le caramelle - la lettura di Balasso -. La natura ci chiede, quando siamo giovani, di intraprendere, agire, sbagliare ed esplorare molto. Poi, però, per ‘mappare’ quei territori nuovi esplorati serve la saggezza che da giovani non si ha e allora gli anziani, le persone mature possono essere d’aiuto, ma senza dare giudizi netti". Il tempo va vissuto e condiviso.