Brianza, i dazi imposti da Trump spaventano le imprese

Industriali e artigiani preoccupati dalle misure del presidente americano: "Si rischia una guerra commerciale dannosa per tutti"

Il presidente Usa Donald Trump ha imposto dazi sulle importazioni americane

Il presidente Usa Donald Trump ha imposto dazi sulle importazioni americane

Monza, 11 marzo 2018 - I dazi di Trump spaventano la Brianza. Sì perché le misure protezionistiche che il presidente degli Stati Uniti ha appena firmato non colpiscono direttamente, per il momento, i prodotti Made in Brianza. Ma c’è il timore che ciò possa accadere in futuro e "in ogni caso c’è la paura di un’escalation per una guerra commerciale che finirebbe per penalizzare tutti", spiega Giuseppe Fontana, amministratore delegato dell’omonima bulloneria, colosso mondiale del settore con sede a Veduggio.

Per ora, infatti, i dazi del presidente americano Donald Trump riguardano le importazioni statunitensi di acciaio e alluminio (con tassazioni rispettivamente del 25% e del 10%), ma "solo sulle materie prime e non sui prodotti finiti", spiega Egidio Brugola, presidente di un altro colosso della bulloneria, la Brugola appunto, con sede a Lissone. Un allarme che nei mesi scorsi aveva toccato anche i produttori di lavatrici dopo che, sempre il presidente Trump, aveva annunciato dazi sulle lavabiancheria (nel tentativo di penalizzare gli elettrodomestici in ingresso da Cina e Corea). Ma anche in questo caso la Candy, multinazionale con quartier generale a Brugherio, aveva tirato un sospiro di sollievo. L’azienda leader mondiale nel settore degli elettrodomestici (con una fabbrica anche in Cina) non esporta infatti negli Usa.

Ma nessuno si può sentire al sicuro se la guerra commerciale (la Ue ha già annunciato una controffensiva con dazi sui prodotti Usa) si allargherà. Nemmeno gli artigiani. "Siamo certamente preoccupati, poiché una guerra commerciale impoverirebbe tutti, come insegna la storia, con effetti negativi sul Pil", dice Marco Accornero, segretario generale dell’Unione artigiani di Milano Monza e Brianza. Dalla Brianza, nel 2016, sono partiti verso gli Stati Uniti prodotti per un valore di 597 milioni di euro. In particolare nei primi nove mesi del 2017 sono stati esportati oltreoceano prodotti in metallo e metallurgia per 37 milioni di euro (fonte Camera di commercio di Milano Monza e Brianza) di cui “solo” 1,7 milioni nel settore della siderurgia.

Le esportazioni totali dalla Brianza agli Usa fra gennaio e settembre 2017 hanno sfondato quota 429 milioni. "Noi abbiamo 9 stabilimenti in Usa e questo ci fa stare abbastanza tranquilli, ma siamo preoccupati per un’escalation che potrebbe portare a un aumento delle materie prime", aggiunge Fontana che guida un Gruppo con un fatturato di 850 milioni di euro grazie ai 19 stabilimenti distribuiti nel mondo dove lavorano 3.800 persone (1.800 sono in Italia e Europa). Stesso discorso vale per la Brugola che nel 2015 ha inaugurato lo stabilimento di Detroit, il primo all’estero per il Gruppo che fattura 135 milioni di euro e conta 350 dipendenti nella fabbrica di Lissone. Ma strategie e produzioni a parte, i dazi di Trump fanno paura un po’ a tutti, anche in Brianza.