Daniela e il Monza in A Una storia di integrazione

Invalida dopo due tumori e rimasta senza lavoro è stata assunta in prova dalla società di calcio: dopo la storica promozione è arrivato il contratto

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di Dario Crippa

Ha toccato il Cielo, Daniela Passero. Lo dice lei, ed è impossibile con crederle. Perché la vita le ha giocato contro e poteva metterla in ginocchio. Due tumori, una disabilità importante, l’impossibilità di trovare un lavoro adeguato alle sue nuove condizioni fisiche, le porte che le si chiudevano in faccia, una dopo l’altra. Le telefonate a vuoto, "le faremo sapere" il mantra beffardo. Finché le strada di questa donna di 49 anni ha incrociato quella che meno si sarebbe aspettata. Quella di una società di calcio, l’Ac Monza, di cui poco e punto sapeva. E, grazie alla Fondazione Cariplo e al cuore generoso di una società (cuore d’oro Galliani) che ha toccato lo scorso maggio il Cielo con un dito raggiungendo per la prima volta la serie A, le porte si sono spalancate anche per Daniela. La sua storia e quella del Monza si incrociano la prima volta 7 mesi fa. Ad aprile Daniela viene assunta in prova nella reception della società, a quell’epoca solo un gabbiotto fuori dallo stadio. A maggio il Monza vince a Pisa e sale in A. Ma non dimentica Daniela: la assume a tempo indeterminato nella reception che, nel frattempo, ha traslocato negli uffici dentro lo stadio. È il gol più bello e inatteso. "Dopo 4 anni senza un impiego non pensavo che avrei mai più potuto lavorare. Ero riuscita a sconfiggere i tumori, ma non ero più la stessa con una disabilità al 70%. Avevo perso le speranze e anche molta fiducia in me stessa; mi dicevano tutti “le faremo sapere”, ma non si faceva mai vivo nessuno. Ho iniziato a lavorare a 15 anni e per me il lavoro non è mai stato solo una fonte di reddito ma qualcosa in cui ho sempre messo me stessa". Nonostante la legge 6899, in una situazione già precaria prima del Covid, le persone con una disabilità importante finite fuori dal mercato del lavoro sono quelle più vulnerabili. Il loro inserimento spesso una chimera. Nonostante i posti “riservati” alle persone con disabilità ci siano (a fine 2020 nella sola Lombardia risultavano non coperti oltre 26.000 posti), il sistema all’atto pratico per lo più non funziona. Si inceppa. Pregiudizi feroci. Ed è qui che nel destino di Daniela entrano tre soggetti virtuosi. Fondazione Cariplo, che con il bando “Abili al lavoro” ha scelto di investire 3.416.000 euro (tra il 2020 e oggi) per sostenere 21 progetti biennali destinati ad aumentare le opportunità occupazionali di oltre 1.500 persone con disabilità più fragili; IAL Lombardia che con il progetto Dea (Disability Employment And inclusion) ha sperimentato diversi strumenti di collocamento mirato.

E Fininvest, che ha creduto in Daniela: oggi la donna si occupa di accoglienza, ma anche di assistenza telefonica sull’acquisto dei biglietti, Monza Card e molto altro: "Mi è piaciuto subito lavorare per l’AC Monza, mi hanno affiancato, hanno dedicato tanto tempo a spiegarmi il lavoro, e mi hanno accolta senza mai farmi sentire a disagio. Al termine del periodo di prova sono andata dalla mia responsabile e ho detto “vorrei sapere che cosa devo fare domani”. Speravo che mi avrebbero rinnovata, almeno per un po’, ma nemmeno nei sogni avevo immaginato di uscire da lì con un contratto a tempo indeterminato.Ho toccato il cielo e da aprile mi sveglio con il sorriso e sorrido ancora mentre faccio il tragitto per andare al lavoro. Mi piace anche lavorare allo stadio, dalla mia postazione non vedo solo la partita, ma anche i sacrifici e l’impegno che ci sono dietro ogni giorno: quello dei giocatori, ma anche del giardiniere che taglia l’erba del campo. Prima non seguivo assolutamente il calcio, ora sono una tifosa sfegatata, guai se mi tocchi il Monza!".

Chapeau.