Da Tacito agli integrali Una prova "da paura"

Secondo giorno di maturità “bocciato“ dalla maggior parte degli studenti . I test di indirizzo predisposti dai docenti interni si sono rivelati più severi

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di Cristina Bertolini

È stato Tacito con il brano di Giulio Agricola il protagonista della seconda prova di maturità del liceo classico Zucchi. La sorte ci ha messo lo zampino: delle tre buste, è stata estratta quella con la prova più dura.

Con Seneca sarebbe andata meglio. "Tacito è più difficile da tradurre – commenta Valerio Antonelli – ma visto che in classe lo abbiamo affrontato per ultimo a giugno, era fresco di studio e mi è stato facile rispondere alle domande teoriche".

Dopo tante versioni la prova di latino si affronta con una certa serenità, secondo i ragazzi, peggio sarebbe stata una prova mista latinogreco.

Per molti il pensiero è ormai rivolto al futuro universitario, come per Federico Contini, matricola di Scienze politiche. "L’orale? Sarà tosta – dice Federico – occorre collegare tutte le materie a un documento. Chissà cosa tireranno fuori. Anche per la seconda prova mi aspettavo qualcosa di un po’ più...fattibile".

Compito decisamente difficile per gli studenti dell’Itis Hensemberger, indirizzo meccanica. "La discriminazione sui docenti non sottoposti a vaccinazione anti Covid – polemizza il professore di meccanica Simone Sigrisi – ha impedito il regolare svolgimento del programma, pregiudicando la preparazione. I ragazzi hanno perso tanti mesi. La Dad è stata un fallimento, soprattutto per le materie tecniche".

Si sono destreggiati fra calcolo delle probabilità, integrali, geometria solida e fisica i ragazzi del liceo scientifico Frisi. Poca voglia di parlare all’uscita. Qualcuno era decisamente arrabbiato, come Alice: "I quesiti erano difficili rispetto alle simulazioni – sbotta scocciata – potevano farli un po’ più facili, visto che erano i nostri docenti interni!". Per i più la prova è stata complessa: "Ho dovuto pensare un bel po’, non è stata una passeggiata, ma l’orale sarà peggio – osserva Giulia Ricci – oggi mi farò un calendario di ripasso. Ne ho fino al 6 luglio".

Qualche professore, si sa, sviluppa maggiore empatia con i ragazzi e li sostiene: "Oggi li ho visti più perplessi di ieri – ammette il professor Luigi Arrigoni, insegnante di italiano del Frisi –. Per italiano le tracce erano abbordabili, carina quella sulla musicologia e quella del governo globale post pandemia che però ha avuto poco successo". Per l’orale il professore tranquillizza: "Gli argomenti sono stati scelti ad hoc per una trattazione multidisciplinare. La difficoltà maggiore sarà passare dalle discipline scientifiche a quelle umaninstiche, ma diamo qualche minuto per pensare. Non è un’interrogazione, ma un dialogo articolato. Il docente darà un tempo per sviluppare l’argomento, ma interloquirà, per rendere la trattazione più interessante".