Covid a Monza: crescono ricoveri e terapie intensive

Al San Gerardo 2 morti nell’ultima settimana e 42 letti occupati (16 i casi più gravi). Appello per la terza dose

Covid, aumentano i contagi

Covid, aumentano i contagi

Monza -  Non accennano a diminuire i ricoveri Covid al San Gerardo. Ad oggi sono 42 i pazienti in ospedale, di cui 17 non vaccinati, con un’età media che, rispetto a una settimana fa, è salita da 71 anni a 74. In particolare, 26 sono nel reparto di Malattie infettive (8 non vaccinati), 8 in terapia intensiva (5 non vaccinati) e altri 8 in terapia intensiva respiratoria. Restano alti anche i numeri delle persone che arrivano in pronto soccorso con sintomi legati al Covid: nell’ultima settimana - durante la quale si sono registrati anche due decessi - dei 1.871 pazienti trattati nel reparto di emergenza, 141 si sono presentati con il sospetto di positività e per 23 è stato necessario il ricovero. Un bollettino che quasi si sovrappone ai numeri messi a referto dalla direzione dell’Asst Monza la settimana scorsa. Il 15 novembre i pazienti Covid erano 46 (4 i decessi nei sette giorni precedenti): 26 in Malattie infettive (8 non vaccinati), 8 in terapia intensiva (5 non vaccinati), 8 in rianimazione respiratoria (6 non vaccinati) e altri 4 in altro reparto (2 non vaccinati). Alta anche la pressione sul pronto soccorso: nella settimana dall’8 al 14 novembre hanno avuto accesso 1.878 persone, di cui 158 con sintomatologia Covid (27 i ricoverati). Una situazione che conferma la crescita del numero di ricoverati completamente vaccinati, anche se si tratta per lo più di persone anziane con comorbilità o persone vaccinate da molti mesi, in cui si assiste a una parziale perdita dell’efficacia del vaccino.ù

"Il fatto che il numero dei pazienti vaccinati abbia superato quello dei non vaccinati non deve sorprendere ed è legato a due fattori - mette i puntini Paolo Bonfanti, direttore dell’unità operativa di Malattie infettive dell’Asst Monza -. Il primo è un fenomeno di tipo statistico, noto come Paradosso di Simpson, per cui per capire quanto i vaccini per il Covid-19 funzionino bene bisogna tenere presenti le diverse incidenze tra completamente vaccinati e non vaccinati, guardando come questi dati tendono a ridurre i dati di contagi, ricoveri e decessi. Attualmente il numero dei vaccinati supera enormemente quello dei non vaccinati per cui il numero dei ricoveri aumenta, ma il rischio di malattie severe o di morte rimane basso se si tiene conto dell’enorme denominatore di chi si è sottoposto al vaccino". E poi c’è una questione anagrafica: "La seconda ragione è legata al progressivo innalzamento dell’età dei vaccinati ed è noto che negli anziani la protezione del vaccino ha una durata inferiore, da qui dunque - l’invito di Bonfanti - l’importanza per la popolazione di aderire alla campagna vaccinale della terza dose".