"Baby killer a pagamento Processate il mandante"

La pm Sara Mantovani starebbe per firmare la richiesta di giudizio immediato nei confronti di Giovanni Gambino, presunto ispiratore dell’omicidio Sebastiano

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di Stefania Totaro

La Procura è pronta a mandare a processo il presunto mandante dei baby killer del pusher del quartiere San Rocco. La pm monzese Sara Mantovani firmerà la richiesta di giudizio immediato per Giovanni Gambino, 43enne monzese, dallo scorso aprile detenuto dietro le sbarre. Perché per gli inquirenti ha istigato l’assassinio di Christian Sebastiano, il 42enne ucciso da una trentina di coltellate lo scorso 29 novembre sotto le case popolari dove abitava, da un 14enne e un 15enne monzesi che gli hanno rapinato una dose di cocaina. Per i due baby killer la Procura del Tribunale per i minorenni ha chiesto la condanna a 15 anni di reclusione, a cui per il 14enne si aggiunge una ulteriore richiesta di 2 anni e 4 mesi per detenzione a scopo di spaccio di droga dopo il ritrovamento di marijuana e hascisc nella sua abitazione.

Il processo con il rito abbreviato per i minorenni prosegue a ottobre. Di spaccio di droga è stato accusato anche il fratello 24enne del ragazzino, che ha già patteggiato la pena di 3 anni al Tribunale di Monza. E davanti allo stesso Tribunale rischia di ritrovarsi coimputato di omicidio volontario premeditato Giovanni Gambino. Secondo l’accusa, avrebbe promesso 2.000 euro ai due ragazzi se avessero ammazzato l’amico e vicino di casa ‘Seba’. I due baby killer erano stati subito identificati e fermati dai carabinieri che, a cinque mesi di distanza, hanno identificato il 43enne come mandante. Circostanza emersa dalla testimonianza di una mamma del quartiere, che si è presentata dai carabinieri tre giorni dopo l’assassinio di Christian Sebastiano dicendo che i figli avevano saputo da un loro amico che il 14enne arrestato era stato contattato da Gambino per commettere l’omicidio in cambio della somma di denaro e che tra Giovanni Gambino e Christian Sebastiano c’era stata in passato una pesante lite per la cognata di Gambino. "Mi hanno detto che Giovanni Gambino ha pagato i due ragazzi per uccidere Christian - ha confermato l’amico in questione - Me lo hanno raccontato il giorno dell’omicidio di Christian. Giovanni lo ha fatto per la lite che è avvenuta tra Christian e i suoi familiari. Io credo che abbia mandato i due a uccidere Christian anche per motivi di soldi e di droga".

Sarebbe emerso che la vittima e i due baby killer frequentavano assiduamente la casa di Giovanni Gambino, che avrebbe fornito loro occasione e pretesto per rapinare la vittima raccontando che Seba a fine novembre avrebbe riscosso un bel gruzzolo per gli arretrati della pensione di invalidità totale che gli spettava a causa dell’abuso negli anni di sostanze stupefacenti. A collegare, quantomeno, il 14enne e Gambino ci sarebbero poi due telefonate che il 43enne avrebbe fatto al minorenne la sera prima dell’omicidio e la sera seguente quando il 14enne era già stato fermato dai carabinieri e quindi rimasta senza risposta. Ma Gambino ha sempre negato, dicendo di conoscere la vittima "da anni", ma di non aver avuto "nessun debito con lui". Per gli inquirenti il 14enne ha agito con premeditazione per vendicarsi del pusher che lo aveva introdotto al consumo di cocaina. "Era una cosa nota - ha confermato Gambino - non aveva bisogno di me che lo spingessi a fare qualcosa, non pensavo parlasse sul serio". Dal canto suo, il 14enne continua a sostenere di avere soltanto voluto rapinare la cocaina alla vittima, che poi ha reagito inducendolo ad aggredirlo. Mentre il 15enne lo teneva fermo perché non scappasse.