Auto pagate e non consegnate: "Non siamo truffatori, solo falliti"

I fratelli Antonini si difendono attraverso gli avvocati sul presunto raggiro delle vetture scontate. In 150 hanno versato soldi con l’impegno di esporre pubblicità, ma non hanno ricevuto il mezzo

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di Stefania Totaro

"Nessuna truffa perché alcune auto sono state regolarmente consegnate ai clienti ed erano in corso i contratti per la pubblicità, ma poi tutto è stato messo in difficoltà dai problemi economici che hanno alla fine portato al fallimento della società".

I fratelli Antonini attraverso i loro difensori contestano l’accusa al processo con il rito abbreviato davanti alla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti per la vicenda del presunto raggiro sulla vendita delle vetture nell’inchiesta che ha visto al centro l’autosalone di Varedo.

Il pm della Procura di Monza Vincenzo Fiorillo ha già concluso chiedendo per associazione per delinquere e truffa 7 anni di reclusione (in continuazione con la precedente condanna di 3 anni per bancarotta fraudolenta) per i fratelli Giuseppe e Mauro Antonini, ritenuti amministratori di fatto, mentre 3 anni è stata la richiesta per l’amministratore di diritto Giancarlo Capoccia, accusato anche di concorso in bancarotta fraudolenta e 2 anni per la moglie di uno degli Antonini accusata di riciclaggio di denaro di presunta provenienza illecita.

Dal canto suo, Giancarlo Capoccia nega a sua volta le accuse sostenendo di essersi prestato alla nomina come amministratore ma, avendo un contratto e un ruolo da venditore, non ne aveva le competenze e ha soltanto eseguito quanto a lui indicato dai due fratelli Antonini.

Sull’accusa di riciclaggio, l’imputata non ha negato i passaggi di denaro a suo conto, dicendosi però convinta che non fossero frutto di operazioni sospette ma di una società regolarmente in attività. Per l’accusa di truffa in concorso 5 venditori di auto sono stati già rinviati a giudizio dalla giudice e saranno processati in dibattimento il 17 marzo.

Un’ottantina invece i clienti tra parti offese e parti civili che hanno chiesto un risarcimento dei danni. La sentenza il 9 novembre.

I fratelli Antonini, eredi dello storico commerciante multimarche di auto di Varedo, sono già stati condannati in primo grado al Tribunale di Monza per bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita a 4 anni di reclusione e al risarcimento dei danni al fallimento della società dell’autosalone, con una provvisionale di 150mila euro. Pena scesa dopo i ricorsi a 3 anni di reclusione ciascuno. Le indagini delle Fiamme gialle della Compagnia di Seveso sono iniziate alla fine del 2017 a seguito del fallimento della “World car srl”, che era nata sulle ceneri della storica società “Autosalone Antonini”.

Secondo l’accusa di truffa, le auto venivano messe in vendita a prezzi di mercato. Ma agli acquirenti veniva proposto di applicare adesivi pubblicitari sulle vetture in cambio di un parziale sconto. Il ragionamento non faceva una piega e ha spinto tante persone – circa 150 – ad acquistare un veicolo all’autosalone di Varedo.

Una volta che il saldo arrivava sui conti correnti della concessionaria, però, secondo l’imputazione, i tempi per il ritiro iniziavano ad allungarsi a dismisura, fino allo scontato epilogo del fallimento. Nel frattempo ai clienti che andavano a lamentarsi sarebbe stato offerto un bonifico delle somme versate, che però a sua volta non sarebbe mai arrivato.