Per approfondire:
La storia degli Stati Uniti è funestata da centinaia di incidenti e attacchi con uso di arma da fuoco all’interno di scuole. I casi sono i più diversi: dal bambino che per gioco porta un’arma da casa uccidendo una compagn (il caso di Kayla Rolland nel Michigan), ad attacchi pianificati, come quello più recente avvenuto in Texas. Il fenomeno è in realtà più diffuso negli Stati Uniti, ma presente anche in altri Paesi al mondo. Secondo alcuni studi effettuati dal governo Americano, i fattori alla base delle sparatorie nelle scuole includono disfunzioni familiari, mancanza di supervisione da parte della famiglia, facilità di accesso alle armi da fuoco e condizioni psichiatrice o psicologiche. Il risultato è che, se consideriamo gli ultimi 23 anni, tra il massacro della Columbine High School del 1999 e la sparatoria del 2018 alla Santa Fe High School in Texas, oltre 214.000 studenti hanno vissuto episodi di violenza con armi da fuoco in 216 scuole, almeno 141 bambini, educatori e altre persone sono state uccise, e altre 284 sono rimaste ferite. Per ridurre il rischio di incidenti e attentati, nel corso degli anni sono emerse proposte politiche di ogni tipo: dal divieto di vendita di armi (praticamente impossibile, negli Stati Uniti, visto che previsto dalla Costituzione) al richiedere agli insegnanti stessi di essere armati. Sono state persino costruite strutture per scuole “anti-attacco”, come la Southwestern High School in Shelbyville, Indiana, considerata la scuola più sicura degli Stati Uniti, con un investimento di circa mezzo milione di dollari ha sviluppato sistemi di allarme e controllo sofisticati, con porte e finestre a chiusura automatica (e antiproiettile), Pulsanti di emergenza, telecamere di livello militare e candelotti di fumo montati sul tetto dell’edificio, con l’obiettivo di rallentare i movimenti di un potenziale tiratore. Sistemi di questo tipo, però, richiedono investimenti ingenti ...
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