Spagna, ottomila migranti raggiungono a nuoto Ceuta dal Marocco: quattromila respinti

Scene drammatiche sulla spiagge dell'enclave spagnola in territorio africano: si aggrava la crisi diplomatica tra Madrid e Rabat

I militari e i migranti

I militari e i migranti

Sta diventando un caso internazionale il drammatico sbarco di ottomila migranti approdati nell'enclave spagnola in territorio marocchino di Ceuta, metà dei quali sono stati respinti verso il Marocco. Momenti di tensione e paura, con migliaia di uomini che sono arrivati a nuoto a Ceuta e si sono assiepati lungo la costa sotto gli occhi dei soldati spagnoli. Molti sono stati soccorsi, altri immobilizzati, giovani e meno giovani, anche bambinii e donne, provenienti non solo dal Marocco ma anche dall'Africa nera. Una persona ha perso la vita. Sulla spiaggia sono iniziate le procedure di raccolta e identificazione in un clima a dir poco surreale, almeno quattromila i respingimenti da parte della Guardia Civil ma la conta continua.

L'approdo disperato
L'approdo disperato

La crisi

L'emergenza migranti ha poi avuto strasichi diplomatici che non tendono a spegnersi. Madrid ha convocato l'ambasciasciatrice in Spagna del Marocco che, a sua volta, l'ha richiamata in patria per consultazioni, mentre il governo iberico annuncia la difesa dei propri confini, riferendosi alle enclavi di Ceuta e Melilla sulla costa africana. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha cancellato un viaggio a Parigi e si è recato a Ceuta, dove è arrivato questo pomeriggio, per seguire la "grave crisi" dell'ondata di migranti in arrivo in queste ore, nell'auspicio di "ristabilire l'ordine il prima possibile". 

I motivi

La crisi migratoria in corso nelle enclave spagnole in Nord Africa di Ceuta e Melilla appare legata alla crisi diplomatica tra Rabat e Madrid aperta dall'accoglienza concessa dalla Spagna a Brahim Ghali, il capo del Fronte Polisario, la guerriglia separatista che contende al Marocco la regione del Sahara occidentale. Il ricovero di Ghali, affetto da Covid-19, in un ospedale di Logrono, nella regione della Rioja, era stato confermato lo scorso 23 aprile dal ministero degli Esteri spagnolo, che lo aveva definito una decisione presa per "ragioni umanitarie". Secondo quanto riportato da La Razon, il trasferimento di Ghali in Spagna sotto falso nome era stato organizzato "ai massimi livelli" dalle autorita' spagnole e algerine. L'Algeria e' la principale sostenitrice del Fronte Polisario, che lo scorso autunno aveva riaperto le ostilita' con il Marocco, rompendo la tregua in vigore dal 1991