I segreti degli uomini vicini a Putin: tra falchi e colombe, chi deciderà la guerra

Dal capo dei servizi segreti al leader ceceno (indicati come successori), dal cuoco ai ministri prudenti e interventisti, chi ha i codici nucleari e chi può cambiare la Storia

Qualche matrioska in vendi a San Pietroburgo attorno al mito di Putin

Qualche matrioska in vendi a San Pietroburgo attorno al mito di Putin

Mosca - Ecco tutti gli uomini del presidente, tra alleati palesi e avversari occulti, falchi (molti) e colombe. Attorno a Vladimir Putin non ruota soltanto il cerchio magico che brilla all’ombra di ogni potente, ma anche una schiera di personaggi ambigui e misteriosi. Ecco chi sono, qual è il loro ruolo e quale tasso di influenza (o di avversione) possono scatenare nello zar, l’uomo dal quale sembrano dipendere le sorti del mondo, in questa fase della storia.

SERGEI LAVROV

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, 72 anni, è il poliziotto buono di Putin. Quello che parla sempre con toni distensivi, o quantomeno lo ha fatto fino allo scoppio della guerra. Poi non sono mancati gli strali, soprattutto all’indirizzo della Nato e degli Usa. Ma anche lui deve tenere la posizione. Quel che è certo è che Lavrov, politico di lungo corso molto considerato in Occidente, è la colomba, o almeno una delle colombe su cui punta chi crede alla pace. Non contraddirà mai Putin, mettiamocelo in testa, ma nemmeno sarà tra quelli che spingeranno per la svolta nucleare.

SERGEI SHOIGU

Il poliziotto cattivo è il ministro della Difesa Sergei Shoigu. Da sempre intransigente e falco all’estremo, è stato al centro di un “giallo” per essere scomparso per 13 giorni dalla scena pubblica che avevano alimentato speculazioni su una sua possibile malattia o su una sua emarginazione a causa dell’andamento della guerra in Ucraina, poi a fine marzo è ricomparso in una nuova riunione al ministero delle Finanze. Tra i consiglieri più bellicosi di Putin, fosse per lui l’Ucraina sarebbe già rasa al suolo, o quasi.

DMITRI PESKOV

A 54 anni, una bella villa in centro a Parigi (sequestrata da Macron) e quell’aria da faina che non invita esattamente a un dialogo disteso, Dmitri Peskov è nientemeno che il portavoce del Cremlino. La voce ufficiale di Putin, insomma. E’ finito nei guai un mese fa per un post su Instragram della figlia, che chiedeva la pace, ma tutto si è ricomposto. Piuttosto odiato da alcuni alleati di Putin, in testa il feroce Kadyrov, tiene saldo il timone e gode della fiducia dello zar. Ha rischiato grosso con la sua uscita sulle “ingenti perdite“ dell’esercito in Ucraina, ma ha recuperato.

RAMZAN KADYROV

Presidente e dittatore della Cecenia, enclave-inferno della Russia che costò la vita ad Anna Politkovskaya, Ramzan Kadyrov, 45 anni, è anche presidente della squadra di calcio dell’Achmat Groznyj. In campo con le sue sanguinarie milizie nel sud-est dell’Ucraina, a fianco dell’esercito russo, solo ieri ha dichiarato: “Prenderemo Kiev“, a pochi giorni peraltro dal ritiro dei mezzi militari con la Z dalla capitale e dai dintorni. Qualcuno lo ha addirittura indicato come il possibile successore di Putin, ma nemmeno in un film horror potrebbe apparire possibile.

IGOR PANARIN

E’ l’uomo che ha plasmato la figura di Putin e ne ha coltivato l’immagine. Una figura ai limiti dell’invisibile, ma dall’influenza e dalla potenza occulta impressionanti. Di lui si conosce la data di nascita, il 30 ottobre 1958, ma non il luogo. Di lui è noto il percorso di studi – la scuola militare superiore del KGB di Oryol e l’Accademia Lenin di Rostov-sul-Don –, ma scarseggiano date e dati. E di lui si sa che nel 1976, a soli diciotto anni, sarebbe entrato nel KGB.

VALERY GERASIMOV

Valery Gerasimov, 67 anni, è l’attuale capo dello stato maggiore generale delle Forze armate russe ed è anche vice-ministro della difesa della Russia dopo aver sostituito Nikolaj Makarov. Nominato dal Putin dieci anni fa, è considerato l’inventore della “dottrina Gerasimov”,una strategia militare che combina la sfera militare, tecnologica, informativa, diplomatica, economica, culturale e altre tattiche per il raggiungimento di obiettivi strategici. Insomma, un acuto stratega bellico, con esperienze in Crimea nel 2014, in Siria (2015) e prima ancora in Cecenia. Pare possegga i codici nucleari con Shoigu. In ascesa.

ALEXANDER BORTNIKOV

Il capo dei servizi segreti russi (Fsb ex Kgb) è Alexander Bortnikov, ongegnere di 71 anni, da molti indicato come il possibile successore dello zar (certo con qualche chance in più di Kadyrov). E’ una figura chiave nell’entourage di Putin il capo per la sicurezza della Federazione russa e, proprio per questo, gioca un ruolo fondamentale “nel far si che Putin mantenga il controllo sulla nazione”. Controlla un apparato che impiega centinaia di migliaia di persone ed è responsabile di ogni cosa che va dall’antiterrorismo alla sicurezza dei confini nazionali

SERGEI ROLDUGIN

Sergei Roldugin, 70 anni, non è un politico né un militare, ma conta più di molti altri. Violoncellista e uomo d’affari russo, di stanza a San Pietroburgo, è forse il più caro amico di Vladimir Putin, quindi una delle persone più ascoltate dallo zar. È stato implicato in diversi programmi di riciclaggio di denaro e ricchezza offshore per le élite russe.miglior amico dello zar noto alle cronache per essere un businessman con due passioni: il violoncello e i conti off-shore dove tiene al sicuro l’ingente portafoglio di Putin.

YEVGHENI PROGOZIN

È stato definito lo chef di Putin a causa dei ristoranti e delle sue attività di catering che hanno ospitato cene a cui lo zar ha partecipato con dignitari stranieri. Controlla una rete di società, comprese tre accusate di interferenza nelle elezioni del 2016 negli Stati Uniti. È anche accusato di aver tentato di influenzare le elezioni di medio termine negli Stati Uniti del 2018. Gli sono state inflitte, assieme alle sue società e ai suoi associati, sanzioni economiche e accuse penali negli Stati Uniti. Secondo Der Spiegel, le sue operazioni “sono strettamente integrate con il Ministero della Difesa russo e con il suo braccio di intelligence, il GRU.

ALEXANDER DUGIN

“L’Occidente è l’Anticristo“, è il suo claim più noto. Sessant’anni, ideologo di estrema destra, Alexander Dugin è un filosofo e politologo russo considerato pensatore di riferimento di Putin. Dugin è il principale ideologo dell’eurasiatismo contemporaneo, che ha coniugato con il tradizionalismo integrale, principalmente René Guénon e Julius Evola, e con il pensiero di Martin Heidegger, contribuendo a un nuovo tradizionalismo russo. “In Ucraina ristabiliremo l’ordine e costruiremo l’impero mondiale”, ha detto pochi giorni fa.

ALEXEI NAVALNY

Il più grande avversario di Putin in patria, attivista, politico e blogger russo di origini ucraine, con un passato controverso tra nazionalismo e populismo, Alexei Navalny, 45 anni, è oggi in un carcere siberiano di massima sicurezza, dopo avere subito qualche processo per accuse di corruzione. L’anno scorso era sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento. Dopo essere stato curato in Germania, era rientrato in patria, pur consapevole dell’arresto. Processato, è stato recluso nel gulag.