Iran, Amnesty International denuncia: "Imminente l'esecuzione del rapper Yasin"

Continua la feroce repressione degli ayatollah di Teheran contro i giovani che protestano. le confessioni estorte sempre con la tortura

Le foto dell'impiccagione pubblica di Majidreza Rahnavard, il secondo manifestante ucciso

Le foto dell'impiccagione pubblica di Majidreza Rahnavard, il secondo manifestante ucciso

Teheran - L’esecuzione della condanna a morte per Saman Seydi, giovane rapper noto come ‘Yasin’ e arrestato durante le proteste in corso da settembre in Iran, potrebbe essere imminente. Lo denuncia Amnesty International facendo sapere che il trasferimento del ragazzo dal famigerato carcere di Evin a Teheran alla prigione Rajài Shahr di Karaj mostra che le autorità starebbero preparandosi ad eseguire la condanna a morte, che secondo la ong è stata emessa in seguito a una «confessione» forzata attraverso torture.

L’artista è stato ritenuto colpevole di «inimicizia verso Dio» per avere sparato con un pistola in aria durante una dimostrazione e aveva sostenuto le proteste attraverso messaggi sui social media mentre nelle sue canzoni sono contenute critiche contro le autorità della Repubblica islamica. «La sua condanna a morte viola il diritto alla vita nell’ambito del diritto internazionale che vieta la pena di morte per crimini che non siano relativi all’omicidio intenzionale», fa sapere Amnesty.

L'organizzazione denuncia anche il rischio dell’esecuzione di condanne a morte anche per altri giovani manifestanti nei prossimi giorni. Il primo dei condannati alla pena capitale tra gli arrestati durante le proteste, Mohsen Shekari di 23 anni, è stato giustiziato giovedì scorso a Teheran mentre ieri a Mashhad è stata eseguita la condanna a morte di un altro tra i giovani catturati durante le proteste, Majidreza Rahnavard, sempre di 23 anni.