Etiopia, uccisi nel Tigray tre operatori di Medici senza Frontiere

Fornivano assistenza umanitaria alla popolazione bersagliata dalla guerra. Due giorni fa il bombardamento aereo con 64 civili morti e 180 feriti

Maria Hernandez, 34 anni, membro di Msf, uccisa in Etiopia nel Tigray

Maria Hernandez, 34 anni, membro di Msf, uccisa in Etiopia nel Tigray

Addis Abeba - Tre operatori dell’associazione internazionale Medici Senza Frontiere sono stati uccisi nella regione etiope del Tigray, mentre fornivano assistenza umanitaria alla popolazione bersagliata dalla guerra in corso tra i gorvernativi e i ribelli. “Ieri pomeriggio - spiegano a Msf - Maria Hernandez, coordinatrice dell’emergenza nella regione, Yohannes Halefom Reda, assistente coordinatore, e Tedros Gebremariam Gebremichael, autista, stavano viaggiando quando abbiamo perso i contatti con loro. Questa mattina il loro veicolo e’ stato ritrovato vuoto e, a pochi metri di distanza, i loro corpi senza vita”.

 “Nessuna parola puo’ spiegare il nostro dolore, lo sgomento e l’indignazione per questo terribile attacco, e niente potra’ lenire la perdita e la sofferenza delle loro famiglie e dei loro cari, ai quali trasmettiamo la piu’ profonda vicinanza - spiega ancora il portavoce di Msf - Condanniamo questo attacco con la maggior forza possibile e faremo di tutto per fare luce sull’accaduto. Maria, Yohaness e Tedros erano nel Tigray per fornire assistenza alle persone ed e’ impensabile che questo lavoro sia costato loro la vita”. 

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Maria Hernandez, 35 anni, originaria di Madrid, aveva iniziato il suo lavoro con MSF nel 2015 in Repubblica Centrafricana e da allora aveva lavorato in Yemen, Messico e Nigeria. Yohannes Halefom Reda, assistente coordinatore, era etiope e aveva 31 anni. Si era unito all’organizzazione a febbraio. Tedros Gebremariam Gebremichael, 31 anni, anche lui etiope, era uno degli autisti di MSF da maggio. “Maria, Yohaness e Tedros erano nel Tigray per fornire assistenza alle persone ed è impensabile che questo lavoro sia costato loro la vita. Siamo in contatto con i loro familiari e chiediamo di rispettare la loro privacy in questo momento così difficile”. 

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“La morte di Maria, Yohannes e Tedros - conclude l’ong - è un colpo devastante per tutte le persone che fanno parte di Msf ovunque nel mondo. Condividiamo un profondo senso di tristezza, indignazione e sgomento e siamo profondamente addolorati per le loro famiglie”. Intanto il governo di Madrid sta lavorando con le autorità dell’Etiopia per organizzare il rimpatrio di María Hernández, la cooperante spagnola di Medici Senza Frontiere uccisa nel Tigray assieme a due colleghi etiopi: lo ha annunciato la ministra degli Esteri del Paese iberico, Arancha González Laya.

«Cooperiamo con le autorità etiopi per chiarire le circostanze delle uccisioni», ha aggiunto la ministra. Due giorni fa almeno 64 persone sono state uccise e 180 ferite in un attacco aereo su un mercato nella regione del Tigray. “L’attacco aereo è avvenuto nell’area del mercato, così molte persone sono rimaste ferite”, ha spiegato oggi Mulu Atsbaha, consigliere dell’amministrazione regionale del Tigray per la salute materna e infantile. Il raid di martedì nella città di Togoga ha causato anche 180 feriti, ha aggiunto Mulu, precisando che il bilancio è stato raccolto dai residenti della città situata 30 chilometri a Nordovest della capitale regionale Mekele e “confermato dai leader locali”.

Anche l’Unione europea condanna “con la massima fermezza” l’uccisione dei tre membri del personale di Medici Senza Frontiere , spiegano Josep Borrell e il Commissario Ue per le gestioni delle crisi, Janez Lenarcic. “Questa atrocita’ e’ un altro orribile esempio dell’escalation del conflitto nel Tigray e una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario”. Il brutale attacco fa seguito al “bombardamento di un mercato nel Tigray all’inizio di questa settimana, che ha preso di mira i civili uccidendone dozzine. 

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Dall’inizio del conflitto sono in corso attacchi indiscriminati e deliberati contro i civili. “Ribadiamo - continuano i rappresentanti della Ue - l’urgente richiesta di un immediato cessate il fuoco nel Tigray e di un accesso umanitario illimitato a tutte le persone colpite dal conflitto nella regione, e ricordiamo con la massima fermezza che i civili e gli operatori umanitari non devono essere un bersaglio”.