
Luca Parmitano
Milano, 16 febbraio 2021 - Undici anni dopo l'ultima campagna di reclutamento, l'Agenzia spaziale europea cerca nuovi astronauti. E per la prima volta al mondo la possibilità è offerta anche a persone con disabilità. L'Esa ha presentato ieri il nuovo bando, che sarà aperto dal 31 marzo al 28 maggio, l'annuncio dei nomi selezionati è atteso per ottobre 2022. "Abbiamo astronauti stupendi, dei supereroi. Però la loro selezione risale a undici anni fa, è tanto tempo: il gruppo andava rinnovato. Le capacità e l'esperienza degli astronauti attuali deve essere trasferita alle nuove leve", ha spiegato in una conferenza stampa il prossimo direttore generale dell' Esa Joseph Aschbacher, in carica dal primo marzo.
I requisiti
Per partecipare bisogna essere cittadini di un Paese membro o associato dell' Esa, essere in possesso di laurea specialistica o titolo superiore in Scienze naturali, Medicina, Ingegneria, Matematica o Scienze informatiche, con tre anni di esperienza lavorativa dopo la laurea, oppure avere un brevetto di pilota collaudatore sperimentale. Età massima 50 anni. Occorrerà presentare un curriculum in inglese in formato Europass, una lettera motivazionale (sempre in inglese), un certificato aeromedico di idoneità per piloti privati, tutto tramite il sito messo online appositamente da Esa. Altre caratteristiche: fluente conoscenza della lingua inglese, estrema flessibilità in termini di sede e orario di lavoro. Richiesta anche la disponibilità a partecipare a esperimenti di bioscienza. La nuova squadra sarà composta da 4 a 6 astronauti o astronaute.
Il primo parastronauta della storia sarà europeo
Il bando come detto è aperto anche a persone con specifiche disabilità: al momento possono accedere alle selezioni i candidati astronauti che hanno una disabilità agli arti inferiori (un'amputazione a livello dei piedi o sotto il ginocchio), una forte differenza di lughezza delle gambe o una statura inferiore ai 130 centimetri. "All' Esa non avevamo una base da cui partire, per cui ci siamo consultati con il Comitato Paralimpico Internazionale per capire in che modo un astronauta o una astronauta possa contribuire all'esplorazione spaziale nonostante la disabilità fisica: così abbiamo definito delle condizioni minime necessarie ad assicurare un volo utile e in sicurezza". Trattandosi di uno studio di fattibilità, "non possiamo garantire che il parastronauta volerà nello spazio - sottolinea Luca Parmitano - ma metteremo tutto il nostro impegno per capire come adeguare i programmi. Vogliamo che questa non sia solo una moda passeggera, ma un'evoluzione strutturale del volo spaziale".
L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto di fattibilità 'Parastronaut', mirato a sviluppare soluzioni innovative che rendano le missioni spaziali sempre più accessibili e inclusive. "Vogliamo fare qualcosa che non è mai stata fatta prima, andare dove non si è ancora stati è nel Dna della nostra agenzia, spiega Ersilia Vaudo-Scarpetta, Chief Diversity Officer dell' Esa. "Il progetto 'Parastronaut' nasce dal desiderio di sfruttare al massimo le risorse che abbiamo in Europa: esiste del personale molto qualificato che finora non ha avuto accesso a un programma come quello del volo umano spaziale" per colpa di una disabilità, afferma Parmitano.
Largo alle donne
L'Esa invita espressamente le donne a candidarsi: "Vogliamo ricevere le loro candidature- spiega Ersilia Vaudo Scarpetta -, non ci basta il 16% di donne che ha fatto domanda nelle campagne precedenti. Come Esa abbiamo l'ambizione di immaginare e rendere possibile il futuro, per riuscire a farlo abbiamo bisogno di ricchezza di prospettive".
I consigli dei veterani
"Fate la domanda- è l'invito di Samantha Cristoforetti, astronauta italiana del corpo Esa-. Molti non sono abbastanza fiduciosi nelle loro possibilità, ma io direi: non importa, se avete i minimi requisiti e passione fate la domanda. Ce la potete fare". Il collega Luca Parmitano: "All'ultimo bando hanno partecipato 8.420 persone, sogno che questa volta siano il doppio. Il consiglio è: siate voi stessi". "Diventare un'astronauta è stato un sogno che si è avverato. Riunisce molte delle mie passioni: scienza e tecnologia, macchinari complessi, impegnativi ambienti di lavoro, team internazionali, preparazione fisica, risonanza pubblica. E, naturalmente, ogni tanto ti capita di fare un giro su un razzo per lavoro!", dice Cristoforetti.