Elezioni Irlanda del Nord, storica vittoria del Sinn Fein: ora Belfast guarda a Dublino

Il partito cattolico e repubblicano, ex braccio politico dell'Ira, conquista la maggioranza a scapito degli unionisti. E adesso rivendica la premiership per la prima volta

Michelle O'Neill, leader del Sinn Fein

Michelle O'Neill, leader del Sinn Fein

Belfast (Gran Bretagna) - Storico sorpasso formalizzato nel parlamento locale dell'Irlanda del Nord, a conclusione dello scrutinio delle elezioni amministrative britanniche svoltesi giovedì. I repubblicani cattolici dello Sinn Fein, ex braccio politico della guerriglia dell'Ira, hanno infatti conquistato la maggioranza relativa nella più piccola delle nazioni del Regno Unito, superando il maggiore dei partiti unionisti protestanti, il Dup, sia in percentuale di voti (29% contro 21,3), sia - ed è la prima volta - per numero di seggi. E ora si candidano alla premiership per la prima volta: dal 1921, cioè da quando fu creata l'Irlanda del Nord con un atto unilaterale del governo britannico, il primo ministro è sempre stato di estrazione unionista.

Con 88 seggi scrutinati su 90 gli eredi dell'Ira si collocano a quota 27 contro i 24 accreditati finora al Dup. In totale le formazioni nazionaliste e quelle unioniste si equivalgono dopo il voto di due giorni fa, attorno al 40% consensi ciascuno, con un restante 15-20% ai partiti inter-comunitari fra i quali salgono al terzo posto i liberali dell'Apni a scapito dei laburisti e socialdemocratici dello Sdlp. Ma lo Sinn Fein - in quanto prima forza - può a questo punto ambire alla guida di un nuovo governo unitario a Belfast, invertendo per la prima volta i rapporti di forza rispetto al Dup da dopo la pace del Venerdì Santo del 1998, e chiedere come ha già fatto la poltrona di premier locale per la sua leader, l'ex vicepremier Michelle ÒNeill, 45 anni, lasciando il ruolo di vice agli unionisti.

Se questi ultimi dovessero rifiutare, sullo sfondo delle tensioni post Brexit riemerse nei mesi scorsi in Ulster, la gestione dell'amministrazione nordirlandese tornerebbe invece - in base alla legge - nella mani del governo centrale Tory di Londra di Boris Johnson. Lo Sinn Fein continua a sventolare la bandiera nazionalista della riunificazione con la Repubblica d'Irlanda, sebbene in una prospettiva temporale indeterminata, frenata dal sostanziale stallo demografico nelle contee del nord dell'isola del fatto che Dublino si guarda bene al momento dall'incoraggiare un orizzonte conflittuale. Mentre sul piano economico-sociale è su posizioni di sinistra piuttosto radicali.