Crisi dei migranti tra Polonia e Bielorussia. L'Unione Europea: è un attacco ibrido

Varsavia, Bruxelles e la Nato accusano Lukashenko di ammassare stranieri alla frontiera per fare pressione sull'Unione Europea

Migranti al confine tra Bielorussia e Polonia

Migranti al confine tra Bielorussia e Polonia

Varsavia - E' altissima la tensione al confine tra Polonia e Bielorussia, dove - dal lato bielorusso - ci sarebbero ammassati 3 o 4mila migranti. Stando a stime approssimative il numero degli stranieri giunti dal Medio Oriente in Bielorussia è di almeno diecimila persone pronte a mettersi in cammino. Non si tratta solo di una crisi tra due Paesi: la frontiera polacca è quella più a est dell'Unione Europea, che separa l'Ue dall'ultima dittatura europea. A fare le spese di questo braccio di ferro sono le migliaia di persone, in larga parte iracheni e siriani, che cercano di superare il confine ed entrare in Europa. Su di loro le forze armate polacche hanno sparato gas lacrimogeni, per respingerli. E i giovani nazionalisti polacchi hanno roganizzato ronde per aiutare le forze di polizia. 

Le accuse di Varsavia 

Per il governo di Varsavia, quanto sta succedendo è "un attacco organizzato ai nostri confini". E anche Bruxelles e la Nato condividono la tesi di una crisi migratoria artificiale creata dal regime di Lukashenko come rappresaglia per le sanzioni imposte dall'Ue dopo il dirottamento a Minsk di un volo di linea Atene-Vilnius con a bordo un oppositore.

A quanto risulta dalle ricostruzioni dei media, i migranti, in larga parte iracheni e siriani, giungono a Minsk in aereo dopo aver ricevuto un visto turistico bielorusso, spesso con voli diretti da Beirut, Damasco e Amman. Dalla Bielorussia, vengono condotti al confine dalle forze armate locali, che stanno scortando l'enorme colonna di stranieri che sta attraversando a piedi un'autostrada che collega le due nazioni, diretta verso la località frontaliera di Kuznica, dove la situazione è "sempre più tesa", riferisce il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak. Il presidente polacco, Andrej Duda, ha deciso di anticipare il suo ritorno dalla Slovenia e ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo lituano, Gitanas Nauseda. Duda, fa sapere un portavoce, stabilirà ulteriori contatti con gli alleati dell'Unione Europea e della Nato.

I polacchi reagiscono

Varsavia ha inviato altri 12mila soldati a presidiare il confine, in aggiunta ai 10mila già schierati. Blaszczak ha fatto sapere che un primo "attacco" dei migranti, per lo più giovani uomini, è stato respinto. Il portavoce del governo polacco, Piotr Muller, ha però affermato di aspettarsi "altri attacchi" nelle prossime ore. Le forze armate polacche hanno sparato gas lacrimogeni sui migranti che hanno cercato di aprirsi un varco con vanghe e cesoie. Per quanto il Cremlino appoggi Minsk nello scontro con Varsavia, i media russi rimangono le uniche fonti terze sulle quali ci si può appoggiare per seguire l'evolversi della situazione. La Polonia ha infatti proibito ai giornalisti di accedere alla frontiera e le uniche informazioni giungono dal governo. Dal lato bielorusso del confine sono invece presenti i corrispondenti delle principali agenzie stampa russe. Secondo Ria Novosti, i migranti stanno cercando di superare la recinzione con bastoni e tronchesi e, in alcuni casi, hanno lanciato pietre contro le guardie di frontiera. "Cercheranno di entrare in Polonia in massa", ha scritto su Twitter il portavoce dei servizi di sicurezza polacchi, Stanislaw Zaryn, che ha pubblicato un video che mostra un vasto gruppo di migranti che cammina sull'autostrada tra le due nazioni, ora chiusa al traffico: "E' un altro esempio dell'attività ostile del regime bielorusso contro la Polonia. "La Bielorussia vuole causare un grave incidente, preferibilmente con spari e vittime", ha dichiarato alla radio il vice ministro degli Esteri, Piotr Wawrzyk, "stanno preparando un'enorme provocazione vicino Kuznica Bialostocka, dove ci sarà un tentativo di attraversamento di massa del confine". 

La strategia della Bielorussia

Il sospetto è che il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko voglia usare la crisi per fare pressioni sull'Unione Europe. Lukashenko ha osservato che a causa delle sanzioni occidentali, Minsk non ha "né soldi né forza" per frenare il flusso di persone. La polizia di frontiera bielorussa, da parte sua, ha affermato di aver "assunto le misure necessarie per garantire la sicurezza delle persone che si stanno spostando lungo l'autostrada" e ha asserito che "l'indifferenza e l'attitudine inumana delle autorità polacche hanno causato questa disperata mossa dei rifiugiati".

Bruxelles appoggia la Polonia contro la "trappola bielorussa"

"Si tratta della continuazione del disperato tentativo del regime di Lukashenko di usare le persone per destabilizzare l'Ue", ha fatto sapere un portavoce di Bruxelles, "noi rigettiamo ogni tentativo di strumentalizzare l'immigrazione per obiettivi politici".  Negli ultimi mesi, Lituania, Lettonia e Polonia hanno segnalato un aumento del numero di immigrati in arrivo dal confine con la Bielorussia. In particolare, secondo gli ultimi dati, più di 30 mila persone hanno tentato di entrare illegalmente in Polonia e almeno in sette hanno perso la vita nel tentativo. 

 "Chiedo agli Stati della Ue che approvino finalmente un regime ampliato di sanzioni contro le autorità bielorusse responsabili di questo attacco ibrido". E' quanto afferma la presidente della commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel comunicato relativo alla crisi umanitaria sulla frontiera tra Bielorussia e Polonia, Lettonia e Lituania. "In particolare - prosegue la nota - la Ue sta esplorando come sanzionare, anche attraverso l'inserimento in black list, compagnie aeree di Paesi terzi coinvolte nel traffico di esseri umani".  Infine, viene reso noto che il vice presidente della Commissione, Margaritis Schinas, in coordinamento con l'Alto rappresentante Josep Borrell "nei prossimi giorni si recherà nei principali Paesi dei origine e transito per assicurare che agiscano affinché i loro cittadini non cadano nella trappola organizzata dalle autorità bielorusse".

La Nato

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha parlato col presidente polacco Andrzej Duda della "grave situazione" alla frontiera della Polonia. Lo rende noto lo stesso Stoltenberg su Twitter. "L'uso dei migranti da parte della Bielorussia come tattica ibrida è inaccettabile. La Nato è solidale con la Polonia e tutti gli alleati nella regione", aggiunge il segretario generale. L'Alleanza atlantica "è pronta ad assistere ulteriormente i nostri alleati e mantiene la sicurezza nella regione", ha affermato una fonte della Nato. 

Gli Stati Uniti 

 "Gli Stati Uniti condannano con forze la strumentalizzazione politica da parte del regime di Lukashenko e la coercizione di persone vulnerabili". E' quanto ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price, esprimendo la "preoccupazione" di Washington di fronte alle immagini che arrivano dal confine tra Polonia e Bielorussia.  "Chiediamo al regime di mettere fine alla sua campagna di flussi orchestrati di migranti irregolari", ha aggiunto il portavoce definendo "cinica ed disumana" la politica di Minsk, esprimendo il sostegno "alla Polonia e a tutti i nostri alleati europei che sono minacciati dalle azioni inaccettabili della Bielorussia".  

La Russia 

Il Cremlino segue da vicino la situazione al confine tra Bielorussia e Polonia, dove stanno convergendo i militari dei due Paesi, ha spiegato il potavoce, Dmitry Peskov, secondo quanto rende noto Ria Novosti. La situazione è allarmante, ma la cosa principale è la vita e la salute delle persone che si sono radunate al confine e richiedono un lasciapassare e un riparo.