Fallito un attentato a Putin. La rivelazione dell'intelligence Ucraina alla Pravda

Secondo gli 007 di Kiev il blitz sarebbe stato opera di esponenti caucasici. Il precedente, quando a salvargli la vita furono proprio gli ucraini

Vladimir Putin resta il principale obiettivo dei suoi detrattori

Vladimir Putin resta il principale obiettivo dei suoi detrattori

Mosca - Sarebbe fallito due mesi fa, poco dopo l’inizio della guerra, un nuovo tentativo di uccidere Vladimir Putin. Lo rende noto il capo del Dipartimento di intelligence del Ministero della Difesa ucraino, Kyrylo Budanov. «Sono stati diversi gli attentati alla vita del presidente russo — ha sottolineato Budanov — di recente quello ad opera di esponenti caucasici. Non si tratta di informazioni divulgate in modo pubblico, ma è corrispondono al  vero». Un precedente illustre si registra nel 2000, quando a sventare il blitz contro Putin furono proprio i servizi ucraini.   Nella Russia sconvolta dal dramma del Kursk e poi annichilita dalla tragedia della torre televisiva di Ostankino qualcuno, probabilmente i ceceni, voleva uccidere il presidente Vladimir Putin mentre partecipava al vertice informale della Comunità Stati Indipendenti a Yalta il 18 e 19 agosto 1999. Lo hanno rivelato l’anno successivo i servizi segreti russi, aggiungendo che per il tentativo di uccidere il presidente russo sono stati arrestati 4 ceceni e altri due non meglio precisati “medio-orientali”.

Mentre il mondo tratteneva il fiato per la sorte dell’equipaggio del sommergibile inabissatosi nelle acque del mare di Barents, i servizi segreti russi e i vertici delle guardie presidenziali ricevevano, dai servizi di un altro paese non della Csi, un avvertimento su un attentato a Putin durante i due giorni in cui il presidente sarebbe rimasto in Ucraina. Furono allertate le guardie presidenziali e gli agenti dei servizi segreti ucraini e russi per proteggere la vita del presidente russo durante la sua visita ufficiale. Il blitz saltò perché Putin, investito dalle polemiche sulla sua assenza dal teatro del dramma del mare di Barentz, restò a Yalta solo poche ore invece dei due giorni previsti. I servizi ucraini arrestarono quattro ceceni .

Ieri nel Donbass anche un sindaco nominato da Mosca a Energodar, una città controllata dalla Russia nel sud dell’Ucraina, è stato  ferito in un’esplosione configurata come attentato. “Il sindaco, purtroppo, ha riportato ustioni e ferite, ma la sua vita e quella delle sue guardie del corpo non sono in pericolo”, ha detto un funzionario della sicurezza filo-russo, Alexei Selivanov, citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti. Ha denunciato un attacco dei “servizi segreti ucraini” volto a “intimidire la popolazione civile” dei territori conquistati dall’esercito russo. 

Andrei Shevtchik e due delle sue guardie del corpo sono stati vittime di un’esplosione all’ingresso di un edificio residenziale a Energodar. Andrei Shevtchik è stato nominato sindaco di Energodar dopo che le truppe russe hanno catturato la città e la centrale nucleare di Zaporizhia, la più grande d’Europa, situata sul suo territorio a marzo. Il portavoce del Cremlino, intanto, ha stimato  che si tratta di un “attacco” commesso dai “nazionalisti” ucraini. “Ciò obbliga i nostri soldati a stare in allerta e ad adottare misure preventive per evitare che tali atti terroristici si ripetano”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.