Afghanistan, evacuazioni lente: cresce la disperazione all'aeroporto di Kabul

Il caos non accenna a diminuire: tutte le strade che conducono allo scalo sono state prese d’assalto da automobili e pedoni, con posti di blocco a rallentarne la marcia

Kabul, caos vicino all'aeroporto

Kabul, caos vicino all'aeroporto

A sei giorni dalla presa di Kabul, non si ferma la repressione talebana, ma nel paese si moltiplicano anche le proteste. Scontri davanti all'aeroporto, preso d'assalto per scappare dal paese. Dagli Stati Uniti, Joe Biden continua a difendere la decisione di ritirare le truppe Usa dall'Afghanistan: "La credibilità degli Usa non è a rischio. E' il ponte aereo più difficile della storia, noi rispetteremo gli impegni presi". Poi il colloquio con il presidente del Consiglio Mario Draghi: "Approccio comune". Nel frattempo i leader talebani hanno raggiunto Kabul per consultazioni sul futuro governo dell'Afghanistan.

Disperazione all'aeroporto di Kabul

Sono ancora migliaia le persone che 'assediano' gli ingressi all'aeroporto di Kabul, visto come la principale porta di salvezza per afghani e cittadini stranieri che cercano di fuggire dal Paese dopo la presa del potere da parte dei talebani. Le strade che portano allo scalo restano intasate di traffico, pedoni e posti di blocco. Un testimone ha riferito che colpi d'arma da fuoco continuano ad essere sparati quasi incessantemente fuori dal complesso che ospita lo scalo. Da quando i talebani hanno preso il controllo della capitale e del Paese domenica scorsa, migliaia di persone sono state evacuate dall'Afghanistan attraverso l'aeroporto di Kabul, che resta l'unica parte della capitale controllata dalle truppe internazionali. Molti afghani che hanno collaborato con le truppe internazionali negli ultimi 20 anni o che lavorano in settori come quello dei diritti umani temono per la loro vita e molti stanno cercando di entrare insieme ai loro familiari all'interno dell'aeroporto. Migliaia di soldati americani cercano di regolare l'arrivo di afghani e stranieri, ma il presidente Usa, Joe Biden, ha ammesso che la presenza dei militari non garantisce un passaggio sicuro. "Questo e' uno dei ponti aerei piu' grandi e difficili della storia. Non posso garantire un esito positivo, non posso fare promesse sull'esito dei rimpatri", ha detto il presidente Usa, Joe Biden, in un discorso televisivo.  Gli Stati Uniti hanno inviato elicotteri militari per portare in salvo più di 150 americani che non erano riusciti a raggiungere l'aeroporto ieri mattina, ha riferito da Washington un funzionario, confermando la prima notizia di spostamento di truppe americane fuori dall'aeroporto per aiutare le persone che cercano di essere evacuate.

Telefonata Biden-Draghi

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sulla crisi afghana. Il colloquio si  è incentrato sugli ultimi sviluppi e sulle implicazioni della situazione, in particolare l'evacuazione dei connazionali e dei cittadini afghani vulnerabili, la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l'assistenza umanitaria a favore della popolazione. Lo fa sapere Palazzo Chigi. Sono state inoltre discusse le prospettive dell'azione della Comunità internazionale nei diversi contesti, a partire da G7 e G20, a favore della stabilità e dello sviluppo dell'Afghanistan. Biden e Draghi hanno sottolineato l'importanza di proseguire con uno "stretto coordinamento" tra il personale militare e civile americano e italiano a Kabul, "che stanno lavorando senza sosta per evacuare i propri cittadini e gli afghani che hanno coraggiosamente sostenuto la Nato",  si legge in una nota della Casa Bianca, nella quale si evidenzia anche "l'opportunità per il G7 di pianificare nel prossimo summit virtuale dei leader un approccio comune sull'Afghanistan".

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I leader talebani a Kabul

Intanto, nella tarda serata di venerdì, il mullah Abdul Ghani Baradar e altri leader dell'ufficio politico talebano sono arrivati  a Kabul da Kandahar. Secondo alcune fonti, i leader talebani di diverse parti del Paese si stanno radunando nella capitale per avere consultazioni sul futuro governo dell'Afghanistan. La delegazione dell'ufficio politico del Qatar guidata dal mullah Baradar era arrivata a Kandahar il 18 agosto. Il leader talebano avrebbe incontrato diversi capi politici, tra cui Abdullah Abdullah, nell'ambito dei negoziati. I talebani sono sotto pressione dalla comunità mondiale affinché annuncino una configurazione provvisoria per porre fine all'incertezza politica. I talebani puntano a presentare un nuovo modello di governo "nelle prossime settimane": lo ha riferito un portavoce alla Reuters, precisando che questa è l'intenzione degli esperti del gruppo in tema di affari "legali, religiosi e di politica estera" che vi stanno lavorando.

No classi miste all'Università

Nella provincia di Herat, Afghanistan occidentale, i talebani hanno emesso la loro "prima fatwa": le ragazze non potranno frequentare i corsi universitari con i ragazzi, no classi miste. Secondo quanto scrive l'agenzia di stampa 'Khaama' la decisione è arrivata al termine di un incontro di tre ore tra docenti universitari, titolari di istituzioni private e funzionari talebani. Gli estremisti contrari alle classi miste ne hanno ordinato lo stop. Il mullah Farid, capo dell'istruzione superiore dell'Emirato islamico afghano, ha sostenuto che la co-educazione deve cessare subito perché questo sistema è "la radice di tutti i mali nella società". I docenti hanno provato ad assicurare che le università e gli istituti governativi sono in grado di gestire classi separate, e che il basso numero di studentesse impedisce di creare aule solo per ragazze. Secondo Farid solo i docenti di sesso femminile e uomini anziani "virtuosi" possono insegnare alle studentesse.