Da Lukaku a Sensi a Barella: promossa l’Inter dei nuovi

Nella schiera dei giocatori sbarcati ad Appiano molti hanno trovato spazio in maniera importante ripagando gli investimenti del club. Altri sono sotto esame

Romelu Lukaku

Romelu Lukaku

Milano, 15 novembre 2019 - Uno dei dubbi di inizio stagione riguardo alle possibilità dell’Inter di fare bene era legata soprattutto alla folta presenza di volti nuovi in rosa. Tanti e con un ruolo chiave, perché tra i giocatori sbarcati ad Appiano Gentile molti hanno trovato spazio in maniera importante ed era nelle previsioni che fosse così. Gli investimenti, d’altronde, ne giustificavano la presenza: Lukaku è stato pagato 65 milioni, Barella 45, Sensi peserà per 30 quando verrà riscattato (se così sarà). Sono i tre nomi che finora hanno avuto un impatto notevole. Sensi è quello che ha dato una scossa in avvio di campionato, prendendosi il titolo di Mvp di settembre per l’Assocalciatori con una serie di gol e assist che ne hanno certificato l’esplosione. Nello stesso periodo in cui l’ex centrocampista del Sassuolo ha fatto la differenza, il suo connazionale Barella ha pagato un periodo di rodaggio. Qualche errore, figlio anche di un’estate passata ad ascoltare le notizie da Cagliari e Milano in attesa che la sua situazione si sbloccasse. Alla fine ha prevalso la voglia di nerazzurro e con la stessa tenacia mostrata nei giorni delle contrattazioni Barella ha convinto tutti una volta arrivato il momento della verità. La partita di Barcellona, pur persa, lo ha visto tra i grandi protagonisti e mentalmente ha fatto scattare qualcosa. Da lì in poi toglierlo è stato molto complicato per il tecnico, fino all’eurogol contro l’Hellas di sabato scorso. 

Bene, molto, anche Romelu Lukaku. Non ha ancora segnato in Champions, in compenso è stato decisivo in campionato, con 9 gol in 12 apparizioni. Nella doppia trasferta a Brescia e Bologna è stato lui a prendersi sulle spalle la squadra, con un gol fantastico al Rigamonti e la doppietta del Dall’Ara. Un gradino sotto c’è Alessandro Bastoni. Conte ha voluto fortemente trattenerlo e ha avuto ragione. Oggi il centrale è più di un’alternativa al trio Godin-De Vrij-Skriniar, ha dimostrato affidabilità, concretezza e piedi buoni. Benino Biraghi, che non ha avuto grandi squilli ma ha steccato una sola volta, a Dortmund, dove non è stato certamente l’unico a soffrire. Da sinistra a destra, c’era molta curiosità per Lazaro e l’austriaco ha raddrizzato la sua stagione con le ultime due prove tra Bologna e Hellas, dopo un avvio in chiara difficoltà. Difficile da giudicare la stagione di Sanchez. Per ora non è riuscito a lasciare un’impronta importante a causa dell’arrivo in chiusura di mercato e di un brutto infortunio a una caviglia. Tra Sampdoria e Barcellona ha fatto intravedere possibilità enormi, ma ora dovrà praticamente ricominciare da capo per ritrovare la condizione. L’innesto da cui ci si attendeva qualcosa in più è Diego Godin. Non gli è stato congeniale passare dalla difesa a quattro a quella a tre, ancor meno dover giocare in una squadra con una filosofia molto più offensiva rispetto a quella dell’Atletico Madrid.   

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