Tears for Fears, altro che archeologia pop: concerto al Forum di Assago

Sul palco i 38 anni di storia del mitico duo di Bath

Roland Orzabal e Curt Smith

Roland Orzabal e Curt Smith

Milano, 22 febbraio 2019 - Ci pensa Lorde a rammendare lo strappo temporale che separa passato e presente dei Tears for Fears, in concerto domani sera - sabato 23 febbraio -  ad Assago con i loro 38 anni di storia. La versione cupa e dilatata della “Everybody wants to rule the world” messa dall’interprete australiana nelle colonne sonore di un paio di film tra cui ‘Hunger games’, fa da prologo allo spettacolo con cui Roland Orzabal e Curt Smith calano alla conquista del Forum. I ricordi virati ocra dei concerti al PalaTrussardi nel ’90 e alla Tenda Lampugnano nell’85 appartengono ad un’archeologia pop che questo “Rule The World Tour” prova a svecchiare rivedendo collaborazioni ed arrangiamenti.

Quello su cui il tempo nulla può è il carattere spigoloso del duo di Bath, nuovamente in tour senza smorzare più di tanto quelle tensioni che hanno segnato l’intera parabola della band. Basta pensare che i Tears for Fears sarebbero dovuti arrivare al Forum già la primavera scorsa, assieme ad Alison Moyet, per capitalizzare l’interesse suscitato dalla pubblicazione dell’antologia “Rule the world”, salvo poi rinviare tutto al 2019 per non meglio precisati «problemi di salute». La premiata ditta Orzabal & Smith rimane comunque un riferimento imprescindibile della musica anni ’80, quella che più di quasi tutti gli altri ha ridefinito il suono del decennio. Nel bene e nel male. Il synth-pop di matrice new wave dell’album di debutto “The hurting” del 1983 (che nella scaletta del concerto lascia ben sei brani compresa quella “Mad world” tornata di gran successo nel 2001 grazie alla cover di Gary Jules contenuta nella colonna sonora di “Donnie Darko” e divenuta, incidentalmente, la molla che ha fatto scattare la reunion della band dopo un decennio di sguardi in cagnesco e giorni in pretura), il mainstream di “Songs from the Big Chair” del 1985 con “Shout” la stessa “Everybody wants to rule the world”, l’enfasi barocca del sovraprodottissimo successore “Seeds of love” del 1989.

Canzoni da Walkman, più che da iPhone, ma ancora capaci di riscaldare gli animi e far saltare il pubblico sulle sedie. «Nella scelta del repertorio dello spettacolo abbiamo focalizzato soprattutto ‘The hurting’ perché i dati d’ascolto delle piattaforme di musica in streaming, a cominciare da Spotify, dicono che per il pubblico più giovane quel disco rappresenta la scoperta più grossa; stranamente ‘Songs from the Big Chair’, nonostante contenga alcune delle nostre maggiori hit, ha un minore appeal» spiega Smith. «Questo favore dei ventenni per ‘The hurting’ sta forse nel fatto che io e Roland avevamo la loro età quando l’abbiamo inciso. Non a caso nell’album che abbiamo nel cassetto, realizzato assieme al musicista-produttore Sacha Skarbek, ci siamo imposti di ricercare la semplicità di quel debutto discografico». Il concentrato offerto in tour dai Tears for Fears, che ad Assago saranno preceduti dal set di Justin Jesso, abbraccia tutta la loro produzione mantenendo la concisione dell’ultima antologia; quindici pezzi in tutto, compresa una cover di “Creep” dei Radiohead ad opera di Orzabal. Il minimo sindacale.

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