Simona Molinari si racconta al Giorno: al "Maldamore" io dico no

Nuovo disco e tanti progetti

Simona Molinari fermata  da un fan all’ingresso  del nostro giornale

Simona Molinari fermata da un fan all’ingresso del nostro giornale

Milano, 28 marzo 2018 - Come Thelma & Louise. Il suo nuovo singolo “MaldamoreSimona Molinari l’ha scritto sulla strada assieme ad Amara. «Abbiamo trascorso tre giorni assieme a Città della Pieve dormendo un’ora per notte e chiacchierando ininterrottamente», ha spiegato ieri l’interprete napoletana, nella redazione de “Il Giorno”, parlando di questo primo assaggio dell’album che intende dare alle stampe a maggio. «L’idea del pezzo è maturata da quelle discussioni e, appena rientrate a casa sua ad Aprilia, l’abbiamo provinato alle 6 di mattina».

Perché “Maldamore”?

«Perché ho cercato di metterci tutte le domande che ci si pone sul tema dell’amore e di tutte le risposte che ho trovato in materia. Lo faccio affiancando, un po’ avventurosamente, lo swing di una big band e un ritmo quasi dance. Mi trovo nel mezzo del cammin della mia vita e, tirando un po’ le somme, mi sono accorta di aver chiamato “amore” qualcosa che a volte non lo era; era mal d’amore, un’altra cosa. L’amore non dovrebbe farti star male».

Le cronache sono piene di casi di “maldamore”.

«Tutto il disco sarà incentrato sulla mancanza e sulla mala gestione delle emozioni. Eppure è quella la forza che ti tiene in vita. A scuola ti insegnano tante materie, ma nessuno t’insegna l’amore; a non possedere la persona amata, ma lasciarla libera. La prerogativa dell’amore è, infatti, quella di consegnare la propria libertà all’altra persona perché se ne faccia garante. Tutto il contrario, insomma, della gelosia, che invece t’ingabbia».

Messaggio del brano è universale.

«Provo a chiamare le cose con il loro nome: quando ti senti come me nel video, con addosso una camicia di forza, devi capire che non stai vivendo l’amore vero. Tutte riflessioni che mi propongo di portare in scena quando questo “concept album” diventerà uno spettacolo teatrale”.

Ha già delle idee?

«Sto pensando ad un insieme di canzoni, monologhi, riflessioni. In questi ultimi tre anni ho girato i teatri con “Loving Ella”, un progetto su Ella Fitzgerald proprio con quello spirito».

Tutto questo, però, in autunno, perché in estate dovrà lavorare in altre vesti.

«Effettivamente m’è arrivata però la proposta d’interpretare un ruolo in un film e ne sono contentissima. Ma non posso dire di più».

A proposito del recitare, fra le sue esperienze oltre ai duetti con Ornella Vanoni, Peter Cincotti, Gilberto Gil o Andrea Bocelli, c’è pure “Jesus Christ Superstar” accanto a Ted Neeley, il Gesù del film di Norman Jewison.

«Ogni sera Ted si concedeva a quelli che lo aspettavano fuori dal camerino per ore, a volte fino all’alba per scambiare con tutti un abbraccio e una parola convinto che li avrebbe fatti stare meglio. Non so se, sceso dal palco, si sentisse ancora Gesù Cristo, ma il suo era amore di sicuro».

Il musical sognato?

«Mary Poppins. Ho visto la fantastica produzione in scena a Milano e mi sono sentita bambina tra i bambini. Adoro quel romanzo; Pamela Lyndon Travers l’ha scritto nel ’34, ma la storia ha delle tematiche ancora attualissime».

Pure il suo show avrà una sceneggiatura.

«Certo, ho sempre pensato i miei concerti come degli spettacoli con un fil-rouge che lega tutto, suscitando curiosità e voglia di conoscere. Se la risposta è, come si dice, la fine del viaggio, vorrei che tanto la gente uscisse dai miei concerti con qualche domanda da portarsi dietro nel tempo».

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