Gino & Michele: "Film, diritti e la risata in tempi bui: torna Fuoricinema, che libidine"

Il duo nella direzione del festival alla Bam: "Non siamo a Eldorado, i comici sono una necessità"

Luigi Vignali e Michele Mozzati alla Bam per la prima edizione di Fuoricinema

Luigi Vignali e Michele Mozzati alla Bam per la prima edizione di Fuoricinema

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Milano, 8 settembre 2022 - Fuoricinema alla Bam, la Biblioteca degli alberi. "Perché il bisogno di cinema c’è, la ripresa è lenta rispetto al teatro e agli stadi, servono iniziative per coinvolgere il pubblico, farlo stare insieme e condividere la bellezza": dice Gino Vignali. "Perché la necessità di condividere un film, un incontro, neppur internet è riuscito a spazzarla via", risponde Michele Mozzati. Eccoli lì, ancora insieme - e al fianco di Cristiana Capotondi, Cristiana Mainardi, Gabriele Salvatores, Lionello Cerri e Paolo Baldini - alla direzione della “festa festival“ Fuoricinema, che da domani a domenica torna ad allietare la città con anteprime dalla Mostra del Cinema di Venezia e dibattiti con i protagonisti (biglietti e programma su www.spaziocinema.info/).

"Dopo due anni in cui abbiamo trattenuto il respiro è un piacere fisico incontrare gli amici: Silvio Orlando, Virzì, Gabriele Salvatores, che fa parte della nostra storia e noi della sua... Che libidine poterli abbracciare, per usare un termine della mia generazione", sorride Michele. Si naviga insieme “Nei diritti“, titolo dell’edizione numero sette. "Quando lo ha proposto Cristiana Mainardi il festival di Venezia era lontano. Siamo stati lungimiranti. Oggi è di estrema attualità", ricorda Gino, ripercorrendo i titoli in arrivo dal Lido. L’immensità di Emanuele Crialese (domani alle 20), Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, Il signore delle formiche di Gianni Amelio. "Saranno temi sempre più pressanti nei prossimi anni – sottolinea Michele –. Io ho una certa età per lottare, ma no sono capace di starne fuori. E ho idea che dovremmo lottare un po tutti". Si inizia a farlo lì, dove tutto è iniziato sette anni fa, all’ombra del Bosco verticale. Senza dimenticare il valore della risata.

"Facciamo questo di mestiere – dice Gino –. E in fondo non è un caso se nei momenti di crisi aumenta la domanda di comicità. Se vivessimo in un Eldorado per i comici non ci sarebbe spazio. La risata è una scialuppa di salvataggio, non risolve i problemi, ma alza il morale della truppa". "Abbiamo attraversato tempi bui. La risata è liberatoria: compito del comico è alleggerire, almeno apparentemente, per far ragionare", aggiunge Michele. Hanno pensato di portare a Fuoricinema due colonne: torna a presentare Teresa Mannino e domenica incontreranno Maurizio Lastrico per un’ Ode alla società che vogliamo . "Grandissimo attore e autore, Lastrico ha il potere di riuscire a sedurre il pubblico, ed è passato alla storia per essere stato il centesimo comico a salire sul palcoscenico televisivo di Zelig, quando ancora non era famoso. Gli è rimasta attaccata quella etichetta lì", lo presenta Gino, mentre Michele ricorda la sua ’Scuola genovese’, molto apprezzata dalla milanese: "Che sin dai tempi del Derby è un gruppo di lavoro aperto a tutto quello che avviene in Italia e in Europa, accoglie, è il suo fiore all’occhiello".

Pronti per il festival, già al lavoro per Zelig, che andrà in onda a novembre per sei serate. "E che per due mesi ci assorbirà – confessa Gino –. D’altronde è uno dei nostri figliocci più amati, è giusto dedicarsi a lui". Ed è ancora un piacere farlo, dopo una vita insieme. "È come per una coppia ’tradizionale’, all’inizio c’è la fase dell’innamoramento, ’lavoriamo insieme’, ’è l’unico che mi capisce’, ’abbiamo tantissimo in comune’. Poi inizia il periodo della convivenza, per noi lunga, si litiga, si va d’accordo, ci si sopporta e supporta. Ed ecco la vecchiaia: si è meno esclusivi, si trovano spazi di autonomia col proprio cognome, lui scrive gialli, io romanzi e racconti mentre si lavora insieme per Smemoranda, Zelig... E ci si diverte ancora".

 

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