I Calibro 35 danno scacco matto al maestro (Morricone)

Concerto-assaggio del tour estivo che vedrà la band prodotta da Tommaso Colliva in scena il 23 luglio pure all’Arena del Vittoriale di Gardone Riviera

I Calibro 35

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Arrocco. Se i Calibro 35 sono un pilastro del funk-jazz italiano ed Ennio Morricone il re della musica da film, un album come “Scacco al Maestro” nasce dal desiderio di unire i due mondi mettendo a tu per tu la band dal grilletto facile col repertorio de “La classe operaia va in paradiso” e “Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo”. Anteprima l’altra sera sul Naviglio, con un concerto-assaggio del tour estivo che vedrà la band prodotta da Tommaso Colliva in scena il 23 luglio pure all’Arena del Vittoriale di Gardone Riviera. Per Massimo Martellotta, chitarra, Enrico Gabrielli, tastiere, Luca Cavina, basso, e Fabio Rondanini, batteria, un ritorno a quella musica per il grande schermo evocata già dal “marchio” rubato ai film poliziottesci degli anni Settanta.

Morricone, che passione...

"I Calibro 35 si sono conosciuti in studio lavorando proprio attorno ad un brano del Maestro, ‘Trafelato’, che figurava già nel nostro primo disco e che abbiamo voluto riprendere e reinventare pure in questo. Nella nostra carriera discografica Morricone l’avevamo frequentato, infatti, a più riprese, ma mai in maniera così antologica".

Com’è nata l’idea?

"Ce l’hanno suggerita due eventi; uno a Londra nella cornice del Church of Sound alla chiesa di St James the Great, dove anni fa abbiamo esplorarto il repertorio morriconiano meno conosciuto, e l’altro più di recente a Matera, su invito di Valerio Corzani di RadioTre, dove abbiamo ripetuto l’esperienza aggiungendo pure alcuni suoi brani celebri. A quel punto abbiamo pensato che sarebbe stato interessante tradurre tutto in un album".

Anzi, due.

"Sì, a questo ‘Volume 1’ seguirà, infatti, un ‘Volume 2’ entro l’anno. L’idea iniziale era quella di pubblicare 4-5 volumi tematici; il Morricone noir, quello western, quello thrilling eccetera. Alla fine, però, abbiamo deciso di puntare su una nostra antologia emotiva".

In “Arena” c’è Matthew Bellamy dei Muse e in “C’era una volta il West’ Diodato.

"Bellamy ha una passionaccia per Morricone e lavora spesso col nostro produttore, così abbiamo pensato di coinvolgerlo come chitarrista in quel brano della colonna sonora de ‘Il mercenario’ che i Muse, fra l’altro, hanno utilizzato a volte come intro o come outro dei loro concerti. Diodato, invece, l’abbiamo chiamato a fare la parte vocale sostenuta nella versione originale di ‘C’era una volta il West’ da Edda Dell’Orso".

Cosa vi è rimasto addosso dell’esperienza a Sanremo con Rkomi?

"Vivere Sanremo dietro le quinte è un’esperienza unica, a metà strada tra il circo e il film, che avevamo già fatto tre anni fa, riarrangiando ‘Rose viola’ di Ghemon, e ci è piaciuto ripetere in questo omaggiando Vasco assieme a Rkomi, autore di un album come ‘Taxi driver’ immerso in quell’immaginario anni Settanta che è pure il nostro".

E voi ci andreste?

"Perché no? Visto che conosciamo quasi tutti quelli che negli ultimi anni ci sono andati, sarebbe una festa tra amici...".

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